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Come probabilmente sapete ho scritto diversi articoli e girato molti video a tema tradimento, un argomento sempre molto caldo. A brevissimo, tra l’altro, uscirà il mio primo libro proprio a tema tradimento! Oggi condivido con voi la registrazione di una diretta fatta con gli amici di Guida Psicologi in cui abbiamo sviscerato questa tematica.

Ho prima risposto a domande generiche sulle relazioni, di cui vi lascio il minutaggio, e poi ad alcune domande degli utenti.

  • 01’52” Perchè il tradimento irrompe nella vita di coppia? Quali sono le cause più comuni?
  • 11’10” Il tradimento è sempre e solo fisico/sessuale?
  • 15’28” Si può superare un tradimento? Come?
  • 24’19” Il tradimento può essere una via per arrivare a capire i veri problemi della coppia e a risolverli?
  • 26’39” Il detto “il lupo perde il pelo ma non il vizio” ha un fondamento di verità?

E qui di seguito trovate il testo dell’intervista:

Tradimento perché irrompe nella vita di coppia Quali sono diciamo le cause più comuni per così dire.

Perché il tradimento irrompe? Francamente, perché c’è qualcosa che non va. C’è qualcosa che non funziona nella coppia, o forse è legato esclusivamente ad uno dei due. Sicuramente, è la manifestazione di un disagio. Ci sono tanti modi di tradire e tante motivazioni diverse che stanno alla base del tradimento. Quindi, perché irrompe? Perché arriva nella coppia? Sicuramente perché la coppia affronta o vive un momento di disagio. Almeno uno dei due sta mettendo in discussione la coppia. Esistono principalmente quattro macrocategorie di motivazioni che possono portare al tradimento: la rabbia, la vendetta, la fuga, l’indipendenza, la libertà, la compensazione o l’essere un tutto, e infine una condizione individuale.

La rabbia e la vendetta sono abbastanza semplici da spiegare. Sono tutti quei tradimenti che vengono agiti nel tentativo di aggredire, ledere, danneggiare l’altro. Ci si sente feriti e quindi si reagisce. Non si riferisce solo a quei tradimenti legati a rabbia e vendetta perché si è subito un tradimento. Potrei essere arrabbiato per mille altri motivi, potrei essere arrabbiato perché mi sento comandato.

La fuga, l’indipendenza e la libertà sono legate a tutti quei tradimenti che avvengono nel tentativo di prendere ossigeno, di respirare dalla coppia. Questo è legato soprattutto alla propria autonomia e indipendenza. Sono tipologie di tradimenti che vengono agiti quando uno si sente stretto in gabbia all’interno della relazione.

I tradimenti compensatori o per compensazione sono tutti quei tradimenti che vengono agiti nell’andare a cercare in maniera specifica e mirata ciò che manca all’interno della coppia. Nella coppia manca il sesso o uno dei due non è appagato e quindi cerca questo al di fuori della coppia, ma cerca solo quella parte lì.

Infine, c’è la motivazione legata ad un aspetto prettamente individuale, più egoistico. Ci sono persone che tradiscono perché non sono mai entrate in relazione e vedono la relazione come una merce. Non dividono completamente i diversi piani della relazione. Ovviamente il sesso è uno di questi, ma anche la relazione stessa. Quindi il traditore di fatto non ha un rapporto con il proprio partner, ma mette in atto anche tutta un’altra serie di comportamenti che portano anche al tradimento, ma per un bisogno individuale, non per un problema interno della coppia. Di fatto, la coppia in questo caso non esiste.

La seconda domanda che vorrei rivolgerti è questa il tradimento è solo fisico sessuale? Perché te lo chiedo? Perché nell’immaginario comune si parla sempre di tradimento, appunto In senso puramente fisico, no? Ma può esserci anche un qualche altro tipo di tradimento, per esempio emotivo.

Diciamo che il tradimento fisico sessuale è principalmente fisico, per essere più specifici, quello che è considerato il tradimento ‘master’ è il tradimento penetrativo, cioè quello in cui c’è stata penetrazione. Ok, perché in tutti gli altri casi vengono utilizzate sfumature linguistiche, viene visto come meno grave. Diciamo che quando c’è un rapporto penetrativo, allora lì c’è, o meglio, è lo stereotipo considerato tradimento. Poi ovviamente le sfumature, il significato del tradimento possono essere moltissime. Un tradimento fisico c’è quando facciamo del petting, come quando magari diamo un bacio alla francese all’amante di turno. Però viene considerato potenzialmente meno grave il tradimento emblematico. E poi sì, esistono tantissimi tipi diversi, oltre a quello fisico sessuale, c’è sicuramente quello emotivo che hai citato tu, cioè quello che viene definito ‘bianco’ in un certo senso, cioè quel tradimento per cui si arriva a una relazione sostanzialmente platonica. Peccato che si è già in una relazione. Non siamo cresciuti leggendo o studiando Dante, piuttosto che cogliere poemi scritti, non sono sostanzialmente relazioni platoniche, cioè la famosa Beatrice e insomma quella cosa lì del tradimento dell’amore platonico.

Nel momento in cui questo amore platonico è rivolto a qualcuno che non sia il partner, allora può essere definito come un tradimento bianco. Il tradimento bianco è tornato decisamente in auge, è estremamente moderno e molto presente nella società odierna. Basti pensare a tutti quei casi in cui si scopre una chat, un messaggio, una videochiamata, o situazioni in cui si dice ‘non ho fatto niente’ perché ‘non ho fatto niente’ ha un significato diverso. Dobbiamo capire perché non hai fatto niente, perché se magari l’altro vive in Nicaragua, allora dobbiamo capire se non sei andato in Nicaragua perché non hai avuto la possibilità di andarci o perché ti sei fermato prima, perché sei stato scoperto, o perché in realtà stavi cercando di fare altro, stavi cercando di darmi un qualche tipo di comunicazione. È chiaro che esiste una certa scala di gravità in tutto questo. Il tradimento più grave è solitamente quello penetrativo, poi ci sono tutta una serie di sfumature: il petting, i baci, i contatti fisici, fino ad arrivare ai problemi della lettera scritta a mano ecco, quella ancora con la ceralacca, non con il messaggino con i video erotici sulle chat…

Questo prevede che ci siano diverse sfumature di tradimento e molte tipologie di tradimento. Ci sono i tradimenti familiari, i tradimenti emotivi, quelli amicali, ma se dobbiamo parlare di tradimento all’interno della coppia, un altro aspetto importante è che, in base al significato e alla scala di valori che la coppia attribuisce a questo tradimento, il tradimento assume un significato diverso e, di conseguenza, un diverso futuro prognostico. Cioè, qual è la probabilità che la coppia scelga, ad esempio, o riesca, perché ciò che viene scelto non è detto che corrisponda a ciò che poi riesce, di rimanere insieme o forse di separarsi. C’è chi tradisce anche per semplicemente comunicare con gesti ciò che non riesce a comunicare a parole. È un’altra possibilità, come una quarta categoria, rispetto alle categorie precedenti. Esistono molti tipi diversi di tradimento, con significati, pesi e gradi di gravità diversi.

Ma secondo te è possibile superare un tradimento per una coppia? E se sì, come?

Questo lo faccio di mestiere… Allora sì, assolutamente, superare un tradimento (se viene inteso nel risolverlo e nell’andare anche oltre, Individualmente e in coppia) lo è assolutamente. Poi dipende come. Alcune coppie possono arrivare al punto di considerare che la soluzione possa essere la separazione. Quindi, la rielaborazione del tradimento è necessaria, indipendentemente dal futuro che la coppia sceglie di percorrere. Se la domanda è: “È possibile continuare a stare insieme felici?” la risposta è sì, ma ci sono delle precisazioni da fare. Ci sono degli aspetti da considerare e degli errori da evitare di ripetere. Quando emerge un tradimento, la reazione spontanea è di tentare di far sparire tutto il più velocemente possibile, come se nulla fosse successo. Questo è lo stesso motivo per cui, quando ci facciamo male, copriamo immediatamente la ferita o facciamo finta di non guardarla. Perché, in fin dei conti, una cosa è saperlo, un’altra è vederlo, un’altra ancora è avere la conferma di ciò che sappiamo tramite la vista.

Il tradimento funziona un po’ alla stessa maniera: viene scoperto e l’azione spontanea delle persone è cercare di far tornare tutto come prima il più velocemente possibile. E ci si promette che sarà così. Ma questa è una condanna a morte, è il modo migliore per lasciarsi procrastinando il dolore. Quando uno dice “tutto tornerà come prima”, non sta mentendo all’altro, e quando uno dice “vorrei che tu tornassi come prima”, non sta mentendo. Assolutamente no, lo desiderano davvero, ma è la via sbagliata. La via sbagliata nel senso che impedisce la rielaborazione, che confina la coppia in una versione sfuocata della precedente relazione. Propone che la relazione precedente, che era un tutt’uno, prosegua nonostante sia stata danneggiata da un tradimento. Per superare un tradimento, il passo da fare è invece accettare molto chiaramente che nulla sarà più come prima, il che non significa necessariamente che debba essere peggio di prima.

Potrebbe anche andare decisamente meglio. Quello che probabilmente le persone che adesso stanno seguendo staranno pensando è: “Se dovessi essere tradito/a, interromperei la relazione”. Comprensibile, tutti lo affermano. Ma fidatevi, non è ciò che accade di solito. Nella grandissima maggioranza delle volte, un tradimento non è sufficiente a generare un’interruzione della relazione, soprattutto quando ci sono molte implicazioni. Di solito, anche le persone più rigide, quelle che dicono “no, questa cosa per me è inaccettabile”, poi quando si ritrovano in una tale situazione diventano un po’ meno categoriche e più flessibili. Almeno solo per la volontà di capire cosa sia successo e perché. Dunque, un tradimento può essere superato a condizione di non farsi l’ingenua promessa che “tutto tornerà come prima”. Nulla può tornare come prima, anzi, tutto deve essere necessariamente diverso. E diverso non significa necessariamente peggiore. Cosa ci vuole, allora? Serve chiarezza, lucidità, capacità e sincerità reciproca nel parlare del proprio egoismo. Perché? Perché, se il tradimento rientra in una delle prime tre categorie (quelli per rabbia, vendetta, indipendenza, libertà, ecc., o per compensazione), la colpa non è solo di una parte. Si dice spesso che “la colpa è sempre al 50%” o “la colpa è sempre nel mezzo”, ma la responsabilità è sempre reciproca. Forse è 80 a 20, ma c’è sempre una parte di responsabilità che contribuisce a generare o a condurre a un tradimento.

Anche se il gesto di tradimento può essere disfunzionale, distruttivo e potenzialmente irrisolvibile, è sicuramente condannabile chi tradisce. Tuttavia, ci potevano essere altre strade, specialmente se alla fine si desidera rimanere con la persona che è stata tradita. È necessario passare attraverso la comprensione dei propri problemi, errori e limiti. Bisogna parlare del proprio egoismo, riconoscendo la bassezza dei comportamenti che noi, in quanto esseri umani, siamo in grado di mostrare. L’accettazione e la comprensione partono da qui, così come la ricostruzione. Molti tradimenti avvengono perché le persone non riescono a comunicare veramente chi sono. Hanno paura di mostrarsi, di comprendersi, di essere giudicate. Spesso è più facile e comodo restare in una relazione in cui ci si racconta che tutto va bene, quando in realtà non è così. Il tradimento offre questa opportunità, sebbene non sia piacevole. È difficile vedere un tradimento come un regalo in un brutto involucro. Tuttavia, se una persona riesce ad andare oltre al dolore e comprende le motivazioni, tale comprensione può aprire la strada al perdono. Un altro errore comune è quello di dire “ti perdono, ma non dimentico”. In terapia, sento spesso frasi come questa, che suonano più come una minaccia. “Ti perdono, ma non dimentico” è una condanna a morte. Non significa nulla. Indica che c’è un problema: tu hai un problema nel tuo comportamento e io ho un problema nel senso che ti ho tradito. Ma se continui a comportarti in un certo modo nei miei confronti, siamo in un circolo vizioso. “Ti perdono, ma non dimentico”.

È sensato solo dopo un periodo di rielaborazione, dolore e distanza. Elaborare e superare un tradimento non significa che il processo sia semplice. Potrebbero essere necessari mesi, se non addirittura un anno. In tutte quelle coppie in cui, dopo un tradimento, si decide di tornare “amici come prima” in pochi giorni, una volta placata l’ira, ci si deve interrogare. Il tradito dovrebbe chiedersi perché ha perdonato così velocemente, e il traditore dovrebbe riflettere sul perché il suo gesto non ha avuto l’effetto desiderato, quasi come se la “bomba” fosse esplosa nelle sue mani. Se il tradimento è stato aperto e non rientra in un gioco erotico di coppia, che è un altro tipo di fantasia, e viene perdonato immediatamente senza causare alcun effetto, forse vale la pena riflettere sui sentimenti del tradito.

Certo, mi ricollego un attimo a quello che hai detto prima perché hai detto una cosa interessante, ovvero che dal tradimento in poi bisogna rassegnarsi, diciamo accettare il fatto che le cose nella coppia cambieranno quindi possono cambiare anche in meglio cioè può essere un modo per arrivare a capire quelli che sono effettivamente i problemi interni e risolverli.

Questa situazione non è affatto facile da comprendere, soprattutto per chi non ha mai vissuto un tradimento e, ovviamente, spera di non doverlo mai fare. In molte terapie di coppia, vedo spesso che si inizia con il desiderio di lasciare il partner, ma alla fine si arriva alla terapia insieme, indicando che l’obiettivo è evidentemente un altro. Non è raro che, a seguito della terapia, durante il follow-up dopo sei mesi o un anno, ricevo messaggi del tipo “non siamo mai stati così felici”. Forse è stato un risveglio traumatico e doloroso, ma ciò che abbiamo affrontato ci ha permesso di vedere noi stessi, la nostra famiglia e la nostra coppia in modo diverso. Questo è un argomento difficile da spiegare in poche parole, soprattutto senza un interlocutore specifico, come una moglie, per esempio. Tuttavia, non è affatto impossibile. Quando la coppia riesce a capire il significato del tradimento, si tratta solo di andare oltre l’atto fisico del tradimento. Si rendono conto che la coppia era già infelice prima. Quindi, quando si sente dire “hai rovinato tutto, voglio indietro quello che avevamo”, si deve capire che quello che si aveva prima era una menzogna. Perdonate la mia franchezza, non voglio sembrare insensibile o banalizzare il dolore. Ma è così. La coppia che consideravi felice in realtà non lo era, altrimenti non avrebbe dovuto affrontare un tradimento. È una realtà scomoda, una verità molto difficile da accettare.

Quando si parla di tradimento si dice o si sente spesso dire il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ovvero è piuttosto diffusa l’idea per cui chi ha tradito una volta lo faccia più volte. Quindi la mia domanda è è possibile che sia una tendenza, diciamo dell’individuo a prescindere da eventuali problemi interni alla coppia?

Se partiamo dal presupposto che esista la quarta categoria, quella del traditore seriale o impenitente, allora stiamo parlando di qualcuno che di fatto non entra in una vera relazione di coppia. Non crea un legame emotivo o sentimentale con l’altro, se non un legame di tipo utilitaristico. Ovvero, riceve ciò che l’altro può offrirgli. Questo è il principio su cui tutte le relazioni iniziano, no? Mi metto con una persona perché mi fa star bene. C’è quindi sempre un aspetto di soddisfazione personale ed egoista. Questo avviene sempre all’inizio e poi diventa reciproco. Io do a te e tu dai a me, e insieme costruiamo un “noi” che va oltre la mia singola individualità e la tua. Quando non si entra in una vera relazione, possono sorgere comportamenti come quello del traditore seriale. L’accessibilità alla sessualità attraverso le applicazioni e l’idea di una sessualità più libera e aperta permettono a chi non vuole entrare in una relazione di perpetuare comportamenti di questo tipo.

D’altra parte, c’è il caso in cui una persona, pur appartenendo alle prime tre categorie, non comprende perché arriva a tradire. Non è insolito incontrare in terapia persone che mi dicono: “In tutte le mie relazioni, a un certo punto, tradisco. Dottore, non so perché. Può spiegarmelo?” Se non capiamo perché, allora potremmo ripetere lo stesso comportamento. Queste persone non sono necessariamente traditori seriali. Anche se, come hai detto tu, c’è un pattern che si ripete: a un certo punto arriva il momento in cui tradiscono.

Certo, uno schema diciamo più che altro che che si ripete ecco che fare a questo punto la domanda di un utente che mi sembra molto interessante ed è normale non sentire alcun senso di colpa e anzi sentirsi giustificati nel tradire?

“Normale” è un termine che come categoria mi suscita qualche prurito. È umano? Sì, è umano. Dipende però dal motivo. Pensiamo al tradimento di tipo vendicativo o di rabbia. Quando sei furioso, e magari continui ad esserlo, il tradimento non paga. Non è mai la soluzione, sia chiaro. Se scegli di rimanere all’interno della coppia, potresti continuare a tradire perché di fatto sei ancora arrabbiato. In questo caso, non solo non ti senti in colpa, ma pensi addirittura che l’altro se lo meriti.

Allo stesso modo, se riesci a focalizzare un tuo bisogno e pensi supponentemente che l’altro non sia in grado di capirlo, potresti convincerti a tradire per non fargli del male, ma solo per soddisfare il tuo bisogno. Ad esempio, potresti pensare: “Mia moglie, mio marito, è fantastica, è fantastico. L’unica pecca che ha è che non può soddisfare questa mia fantasia sessuale. Non posso chiederglielo, non posso farlo/la soffrire. Quindi ho bisogno di una boccata di ossigeno”. Non significa che vuoi abbandonare la coppia, vuoi semplicemente risolvere un tuo problema personale. Il modo per giustificare a se stessi il tradimento, senza viverlo con troppa colpa, è proprio quello di ricondurlo a un bisogno individuale.

Prima di chiudere ti farei l’ultima domanda che è di Sara, ovvero come ricostruire la propria autostima dopo un tradimento?

Parte del lavoro che svolgo in terapia riguarda l’autostima, che deve essere ricostruita sia in coppia, se si decide di rimanere insieme, sia individualmente, se si decide di lasciarsi. È un errore pensare che per proteggere la propria autostima sia necessario interrompere la relazione. Quando si dice “se mi tradisci ti lascio”, c’è un tentativo goffo di proteggere la propria autostima. Ma il fatto di allontanare il “coltello” non significa che la ferita smetterà di sanguinare. Non è scritto da nessuna parte. Quindi, se decidi di lasciare qualcuno perché ti ha tradito, ciò non significa che tu non debba comunque lavorare su te stesso e sulle conseguenze che ne sono derivate. Questo perché non solo è stata interrotta una relazione a cui tenevi, ma perché hai effettivamente subito un danno.

Per ricostruire l’autostima, è necessario partire dal presupposto di distinguere l’essere dal fare. C’è una grande differenza tra dire “sono un fallito” e “ho fallito”. Lo stesso principio si può applicare al tradimento: non sono capace di avere una relazione sana o non sono meritevole di rispetto. “Essere” e “fare” sono due cose completamente diverse. Noi tendiamo a concentrarci troppo sull’essere e poco sul fare. Per esempio, quando qualcuno chiede “che lavoro fai?” e rispondo “sono psicologo”, in realtà dovrei dire “faccio lo psicologo”.

Se tendiamo a generalizzare le caratteristiche che ci rappresentano, il fatto di essere stati traditi è una caratteristica che difficilmente vorremmo attribuire a noi stessi. Tuttavia, se la raccontiamo a noi stessi e la incorporiamo nella nostra identità, rischiamo di mettere in atto una pericolosa generalizzazione, che può avere molte ripercussioni. Ad esempio, in un video precedente ho parlato della fobia del rifiuto e del rischio di trovarsi poi in una rappresentazione di noi stessi che non ci piace. Questo è uno dei rischi che corriamo quando generalizziamo in questo modo.

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