Qual è il rischio della diagnosi? Qual è il rischio di appiccicare un’etichetta sulla schiena delle persone?

Quando una persona si rivolge ad un terapeuta chiede:” mi aiuti a dare un nome al mio problema, a identificarlo e definirne i confini”. Questo processo passa necessariamente attraverso la diagnosi, un’etichetta, che porta con sé dei rischi.

Il primo di questi a mio avviso è che la diagnosi è per definizione stereotipata, rigida e rischia, nel momento in cui viene applicata, di fare perdere il lavoro sartoriale che in qualche modo invece deve essere fatto all’interno della stanza di terapia.

In secondo luogo il secondo rischio è che il paziente, una volta approfondita la diagnosi, segua inconsciamente i sintomi che questa prevede. Il paziente è infatti portato, in tal senso, inevitabilmente a confermare o ad aspettarsi di provare determinai sintomi riportati nella diagnosi anche se di per sé non si ha ancora sperimentati.

È facile quindi capire l’importanza di una diagnosi, soprattutto in termini di comunicazione tra professionisti, è meno facile invece comprenderne i rischi sia che la diagnosi sia corretta ed ancor più se non lo è. Tuttavia, in conclusione, è bene ricordar che la funzione principale della diagnosi è permettere ai professionisti di comunicare efficacemente tra loro.

 

 

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