+39 347 9177302

Quando e perché i problemi dì coppia non vengono risolti

Parliamo di problemi di coppia, di crisi di coppia, di come affrontare il problema e quale atteggiamento si dovrebbe assumere. Quello che solitamente vedo all’interno delle coppie che si rivolgono a me per una terapia è che spesso non si raggiunge — soprattutto prima di arrivare — un ottimo livello di consapevolezza, almeno da parte di uno dei due.

Come riconoscere una crisi di coppia

Qual è il problema? Non è sempre così, perché ci sono molte coppie che telefonano e, nella chiacchierata iniziale, quella telefonica in cui raccolgo le prime informazioni, mi dicono: “Siamo andati un po’ alla deriva. Ognuno sta facendo la propria vita in maniera parallela rispetto all’altro. Ci troviamo ad essere più coinquilini che amanti”.

Oppure mi dicono: “Siamo diventati estremamente conflittuali: ogni piccola cosa diventa una miccia che potenzialmente può far esplodere la relazione o comunque la discussione”. Quindi non è tanto la presenza di argomenti tabù o di vincoli che non riusciamo a superare, quanto proprio la modalità relazionale che abbiamo.

Altri mi dicono: “Non stiamo affrontando una sfida, stiamo affrontando una fatica. Siamo davanti ad alcuni tabù”, sia da un punto di vista pratico e concreto, sia ideologico. Durante la prima telefonata si arriva a definire quali possono essere le caratteristiche della coppia e anche le difficoltà che si trova a vivere.

Quando uno dei partner vede il problema e l’altro no

Quindi, molto spesso — anche se non sempre — le coppie sanno dove sta il problema. O meglio: uno dei due ha perlomeno un’idea di quale sia il problema, e tendenzialmente questa cosa viene esplicitata. Molte coppie arrivano in terapia proprio perché si rendono conto che, nonostante abbiano esplicitato un problema, questo non viene risolto: o perché non viene compreso dall’altro, o perché non viene valutato sufficientemente importante allo stesso modo dall’altro, o perché non c’è accordo rispetto a quale sia effettivamente il problema, o perché non si sa come procedere per risolverlo.

Le variabili sono talmente tante e ampie che si sceglie l’aiuto di un professionista per capire in che direzione muoversi.

Il blocco più frequente nelle coppie in crisi

Quello che però succede — e che spesso comporta una degenerazione all’interno della coppia che arriva in terapia — è che chi porta il problema, chi è in grado di esplicitarlo in maniera sana, concreta e costruttiva, pensa di aver già fatto abbastanza. Si pone in una condizione di attesa e anche di giudizio nei confronti dell’altro.

Nel senso: “Io e te abbiamo, ad esempio, un problema sessuale”, oppure “abbiamo un problema comunicativo”, “genitoriale”, “con le famiglie d’origine”… Questo è sicuramente un primo passo, fondamentale, importante, estremamente valido per far evolvere la coppia. Ma molto spesso, una volta esplicitato, ci si ferma. Si aspetta la risposta dell’altro.

Nel momento in cui l’altro non risponde, la persona che ha esplicitato il problema si sente sufficientemente in credito per non fare più nulla. Talvolta c’è anche un pezzo successivo, cioè una proposta: “Io e te abbiamo un problema, dovremmo provare a fare così. Dovremmo cambiare questa cosa. Secondo me dobbiamo comportarci in questo modo”.

Come reagisce l’altro partner al problema

Se il partner risponde: “Sì, va bene, proviamo”, e poi effettivamente la cosa funziona, allora la coppia magari arriva in terapia avendo già fatto diversi tentativi e speso del tempo per risolvere il problema, ma essendo già allineata.

In altri casi il partner risponde: “No, secondo me non si deve fare così, ma cosà”, e allora si viene in terapia per trovare un accordo: ma entrambi sono presenti, attivi. Queste sono coppie dinamiche, per le quali spesso il problema si risolve in pochi incontri.

In altri casi, invece, dall’altro lato c’è un: “Non mi interessa”, oppure: “Sì, va bene, però come la fai tragica”, oppure un accordo di facciata ma disaccordo nella realtà. “Sì, hai ragione”, ma poi nei fatti non cambia nulla.

Il meccanismo distruttivo che porta alla rottura

Qui si innesca un meccanismo potenzialmente distruttivo: la persona che ha sollevato il problema si aspetta un cambiamento, mentre quella che ha dato un accordo solo formale pensa di essersela cavata e che non dovrà “dar conto” all’altro.

Si crea una situazione di stallo, da cui derivano distanza o conflitto. Chi ha portato il problema incalza, forte del proprio “credito”. L’altro svicola, fugge o attacca perché si sente pressato.

La degenerazione riguarda proprio la modalità relazionale. La colpa è di chi ha detto “sì” ma non ha fatto nulla per cambiare; ma anche di chi, pur essendo più evoluto nella capacità di esprimere il problema, si mette in una condizione di attesa, di sfida, di “io ho fatto il mio, ora tocca a te”.

La coppia non è un gioco a somma zero

Quando invece, in una coppia, il gioco non è a somma zero. Io posso anche portare il 100% della soluzione, purché questo renda felici entrambi.

Se il partner esplicita un problema e poi resta fermo nella sua posizione di credito, si costringerà all’infelicità pur di forzare l’altro al cambiamento. Ma così si rimane infelici in due.

Non significa che ci si debba sempre sostituire alle responsabilità o alle mancanze dell’altro — assolutamente no — ma si può prenderne atto e proseguire.

Proseguire significa, ad esempio, provare a esplicitare in termini diversi il problema, affrontarlo con azioni pratiche senza necessariamente aspettare che sia l’altro a portarle. Oppure prendere atto che, per quanto spiacevole, forse quello è il partner che abbiamo: va bene per noi fino a un certo punto, e poi non più.

Come affrontare un problema di coppia in modo efficace

Quando vi trovate ad affrontare un problema di coppia, non iniziate a contare chi ha fatto cosa e quanto. L’obiettivo di una coppia è superare il problema. Talvolta il 90% del lavoro lo farà una persona e il 10% l’altra; e il problema successivo, magari, sarà gestito al 100% dall’altro.

Quando ci si trova in una crisi, pretendere che ognuno porti il 50% non è realistico e non serve a nulla.

Naturalmente è importante sottolineare che lo sbilanciamento non può essere costante, una coppia non può essere portata avanti solo dall’investimento di uno dei due. Ma l’obiettivo non è “chi fa quanto”: è che il 100% del problema venga risolto.

Contattaci e parlaci del tuo problema

Ti chiameremo entro 24 ore per ascoltare la tua storia e fissare un primo appuntamento. Ti garantiamo un'analisi professionale di cause, opportunità e soluzioni in 3/4 incontri.

La tua richiesta non può essere inviata correttamente.
La tua richiesta è stata inviata correttamente.
Il campo SMS deve contenere tra i 6 e i 19 caratteri e includere il prefisso del paese senza usare +/0 (es. 39xxxxxxxxxx per l'Italia)
?

Ti chiameremo entro 24 ore per ascoltare la tua storia e fissare un primo appuntamento.