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Disturbo bipolare: tra episodi maniacali e depressione

Uso improprio del termine “bipolare”

Mi è capitato recentemente di imbattermi in persone che utilizzavano il termine bipolare in modo piuttosto casuale:

  • “Sono bipolare.”
  • “Ho paura di diventare bipolare.”
  • “Lui è bipolare.”

Spesso, questo termine viene impiegato in contesti impropri, senza una reale comprensione del suo significato clinico. Facciamo quindi chiarezza su cos’è il disturbo bipolare, quali sono le sue caratteristiche principali e quali tipologie esistono.

Cos’è il disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore caratterizzato da alterazioni improvvise e intense del tono dell’umore, che oscillano tra fasi di euforia (mania o ipomania) e fasi di profonda depressione.

Le fluttuazioni emotive sono una parte normale della vita: essere felici, tristi o arrabbiati in risposta a eventi esterni è del tutto naturale. Per esempio:

  • Se vivo un lutto, è normale che il mio umore subisca un calo.
  • Se vinco alla lotteria, è naturale che provi una grande euforia.

Nel disturbo bipolare, però, questa connessione tra emozioni e eventi esterni non esiste. Le alterazioni dell’umore sono repentine, ingiustificate, incontrollabili e spesso estreme.

Le due componenti fondamentali: Mania e Depressione

Ci sono due caratteristiche principali che definiscono il disturbo bipolare:

  1. Maniacalità
  2. Depressione

Fase maniacale: l’umore euforico fuori controllo

La mania è un periodo caratterizzato da un umore particolarmente elevato ed esagerato, accompagnato da:

  • Disinibizione sociale (comportamenti impulsivi e poco prudenti)
  • Senso di onnipotenza (credenza di poter fare qualsiasi cosa)
  • Diminuzione del bisogno di sonno e appetito
  • Pensieri accelerati e confusi
  • Comportamenti inconcludenti e impulsivi

L’aspetto più problematico è che questi stati d’animo non hanno una giustificazione reale: la persona si sente euforica anche senza un motivo esterno che lo giustifichi.

Fase depressiva: il lato opposto della medaglia

Dall’altra parte, la fase depressiva è caratterizzata da:

  • Umore estremamente basso
  • Mancanza di energia e motivazione
  • Alterazioni del sonno e dell’appetito (aumento o riduzione drastica)
  • Difficoltà di concentrazione
  • Pensieri negativi o, nei casi più gravi, ideazione suicidaria

Esattamente come nella fase maniacale, anche in questo caso il cambiamento dell’umore non è legato a fattori esterni.

Le diverse tipologie di disturbo bipolare

Esistono tre principali forme di disturbo bipolare, classificate in base all’intensità e alla durata delle fasi maniacali e depressive.

Disturbo bipolare di tipo 1: predominanza della mania

Il disturbo bipolare di tipo 1 è caratterizzato principalmente da episodi maniacali. Per la diagnosi è necessario che sia presente almeno un episodio maniacale, che può essere seguito da episodi depressivi, sebbene questi ultimi non siano necessariamente gravi.

La particolarità di questo tipo di disturbo è che la fase maniacale può essere così intensa da portare a comportamenti rischiosi o pericolosi, a volte richiedendo persino il ricovero ospedaliero.

Disturbo bipolare di tipo 2: predominanza della depressione

Nel disturbo bipolare di tipo 2, invece, il quadro è opposto: la caratteristica principale è la presenza di episodi depressivi maggiori, alternati ad almeno un episodio ipomaniacale.

L’ipomania è una forma più lieve della mania:

  • Condivide gli stessi sintomi della mania, ma in misura meno intensa.
  • Non provoca comportamenti estremamente pericolosi.
  • Non richiede quasi mai un ricovero ospedaliero.

Disturbo ciclotimico: oscillazioni più lievi e continue

Il disturbo ciclotimico è una forma più leggera di disturbo bipolare, caratterizzata da:

  • Episodi ipomaniacali alternati a
  • Episodi di depressione lieve (che non raggiunge la gravità della depressione maggiore).

Queste oscillazioni si verificano per almeno due anni e, sebbene non siano così estreme come nel bipolare di tipo 1 o 2, possono comunque compromettere la qualità della vita della persona.

Quanto è diffuso il disturbo bipolare?

L’incidenza del disturbo bipolare è di circa l’1% della popolazione. Questo significa che una persona su cento convive con questa condizione.

Sebbene l’1% possa sembrare un numero ridotto, in realtà è significativo. Tuttavia, il termine “bipolare” viene spesso abusato e utilizzato in modo inappropriato, molto più frequentemente rispetto alla reale diffusione della patologia.

Quando insorge il disturbo bipolare?

L’età di esordio varia in base al tipo di disturbo:

  • Disturbo bipolare di tipo 1 → Età media di insorgenza: circa 18 anni.
  • Disturbo bipolare di tipo 2 → Età media di insorgenza: circa 22 anni.

L’incidenza è simile tra uomini e donne, senza differenze significative tra i due sessi.

Usare il termine “bipolare” in modo appropriato

Spesso il termine “bipolare” viene utilizzato impropriamente per descrivere sbalzi d’umore normali, ma in realtà si tratta di una condizione complessa e invalidante. Conoscere le caratteristiche del disturbo bipolare aiuta a evitare banalizzazioni e a trattare con maggiore rispetto chi ne soffre.

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