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A cosa servono i sintomi? Sono utili anche se terribili? Attacchi di panico e Depressione

Ti sei mai chiesto a cosa servano i sintomi di alcune patologie, anche quando sono terrificanti, scomodi e difficili da sopportare? Oggi voglio spiegarti quali funzioni hanno alcuni dei sintomi più fastidiosi di due delle patologie più comuni: gli attacchi di panico e la depressione maggiore.

Può sembrare paradossale, ma dietro sintomi come lo svenimento o l’apatia si nasconde una funzione protettiva per il nostro organismo. Vediamo come.

Gli Attacchi di Panico e il Ruolo Protettivo dello Svenimento

Un attacco di panico è un’esperienza spaventosa che si manifesta con sintomi come:

  • Secchezza delle fauci
  • Tachicardia e palpitazioni
  • Tremori
  • Difficoltà respiratorie e iperventilazione
  • Sensazione di perdere il controllo
  • Paura di morire o impazzire

Tra tutti questi sintomi, lo svenimento è uno dei più temuti, perché dà la sensazione di perdere completamente il controllo della situazione. Chi soffre di attacchi di panico spesso si chiede:
“Oddio, cosa mi sta succedendo? Potrei morire? Potrei impazzire? E se svengo?”

Tuttavia, lo svenimento ha una funzione cruciale per la salute e la sicurezza dell’organismo. Quando il corpo raggiunge livelli di attivazione eccessivi—ad esempio, a causa di un’iperventilazione estrema e una tachicardia molto intensa—si spegne temporaneamente per ripristinare l’equilibrio nel modo più rapido possibile.

Possiamo considerarlo un vero e proprio blackout protettivo: il cervello, per prevenire danni derivanti dallo stress fisiologico estremo, attiva questa risposta automatica. Anche se è un’esperienza spaventosa, in realtà è un meccanismo di difesa del corpo.

Depressione Maggiore: Quando l’Apatia Protegge dalla Distruttività

La depressione maggiore è una patologia complessa e profonda, con sintomi che non si limitano alla tristezza o alla mancanza di energia. Tra i più comuni troviamo:

  • Apatia e perdita di interesse per le attività quotidiane
  • Mancanza di energia e stanchezza costante
  • Difficoltà di concentrazione e pensieri negativi ricorrenti
  • Ansia (spesso presente anche negli attacchi di panico)
  • Rabbia, rancore e sentimenti di aggressività

A differenza dell’attacco di panico, che genera un’intensa attivazione, la depressione tende a inibire l’energia della persona. Può sembrare solo un sintomo debilitante, ma ha anch’esso una funzione protettiva.

Perché il corpo “spegne” l’energia nella depressione?

In molte persone depresse, i sentimenti di rabbia e aggressività possono diventare estremi e pericolosi. In alcuni casi, questa rabbia può essere rivolta verso se stessi, aumentando il rischio di autolesionismo o suicidio.

Non è un caso che la depressione sia strettamente legata alla mortalità:
Il suicidio è la seconda causa di morte tra i 15 e i 29 anni
La depressione è responsabile dell’1,5% delle morti a livello mondiale

La mancanza di energia e la catatonia possono quindi avere una funzione di tutela: impediscono alla persona di agire impulsivamente sulla propria rabbia.
In pratica, il corpo entra in una sorta di “modalità di ibernazione” per evitare di trasformare i pensieri distruttivi in azioni concrete.

Questo spiega perché alcune persone depresse trovano difficile persino alzarsi dal letto, lavarsi o svolgere le attività quotidiane. Non è solo un problema di volontà, ma un meccanismo biologico di protezione.

Sintomi Fastidiosi, ma con una Funzione di Sopravvivenza

Nonostante siano tra i sintomi più difficili da sopportare, attacchi di panico e depressione hanno in comune una funzione protettiva per la persona:

  • Lo svenimento negli attacchi di panico protegge il corpo da un sovraccarico fisiologico
  • L’apatia e la mancanza di energia nella depressione riducono il rischio di azioni impulsive pericolose

Ovviamente, questi meccanismi di protezione non sono sempre efficaci. Se la depressione diventa cronica o gli attacchi di panico si ripetono troppo spesso, la persona può trovarsi intrappolata in un circolo vizioso che necessita di un intervento terapeutico.

Tuttavia, comprendere che anche i sintomi più spaventosi hanno una funzione biologica può aiutare a viverli con maggiore consapevolezza e a cercare il supporto giusto per superarli.

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