Imparare a dire no agli altri per dire sì a se stessi è una frase che spesso nella stanza di terapia si sente dire poiché è fondamentale per strutturare la propria felicità. Non è una frase facile da applicare e suscita molti interrogativi.
Quando viene detto che dire no agli altri significa dire si a se stessi significa innanzitutto che in un mondo in iper-connessione e iper-sollecitato il tempo è limitato, quindi lo spazio che dovremmo dedicare a noi stessi non può essere aumentato così come aumentano gli stimoli. Dobbiamo diventare capaci di selezionare ciò a cui prestare attenzione e ciò a cui non prestare attenzione.
Se rimaniamo sempre disponibili alla richiesta altrui rischiamo di non avere più tempo per noi stessi. E’ in questo senso che rifiutare una richiesta, un invito, un compito, un lavoro in alcuni casi è una forma di rispetto nei nostri confronti soprattutto quando il “sì” è una risposta data di default, facendoci in mille per soddisfare le richieste altrui, stando quindi male con noi stessi.
Da un lato ci può essere un bisogno di riconoscimento, gratitudine ma non è attraverso il sì incondizionato che lo si ottiene. La gratitudine la si ottiene attraverso la capacità di selezionare cosa a cui dedicare le nostre energie.
Siamo più portati a dire sì quindi meno portati a tutelarci con le persone con le quali abbiano meno relazioni, siamo paradossalmente più portati a dire no alle persone verso le quali proviamo un legame maggiore, convinti che queste ultime ci possano capire. Il paradosso sta nel fatto che le relazioni importanti vengono messe in attesa chiedendo loro comprensione.
E’ fondamentale comprendere noi stessi, le nostre priorità e cosa è per noi importante mettendo questo al primo posto.