Non tutti gli psicologi psicoterapeuti sono in grado di curare tutti i disturbi, non c’è nessun psicologo psicoterapeuta che è in grado di curare tutto. E’ necessaria sia onestà da parte del terapeuta che consapevolezza da parte del paziente. E’ ingenuo pensare che un terapeuta in quanto tale sia in grado di trattare qualsiasi tipo di disturbo questo per due motivi. Il primo motivo è puramente formativo e teorico, il terapeuta infatti può essere stato esposto, o non esposto, al problema pertanto questo lo porta ad essere più o meno abile nel maneggiarlo. Dall’altro lato c’è un aspetto puramente personale ovvero quanto il terapeuta è a proprio agio con il problema che il paziente porta, ovviamente il terapeuta è prima di tutto una persona e le sue emozioni, i sentimenti, le difficoltà, possono risuonare con il problema portato dal paziente. E’ capitato infatti che alcuni pazienti portassero problemi che risuonassero molto male con la mia persona e i temi particolari con i quali io mi sentivo particolarmente a disagio e che quindi in chiave teorica pensavo di poter trattare ma in chiave pratica non ero in grado di fare.
Questi sono due aspetti cruciali, lato terapeuta è necessaria onestà intellettuale e al tempo stesso consapevolezza per il paziente. Cosa fare qualora uno di questi due aspetti, esperienziale e personale, entrano in gioco nella terapia? E’ importantissimo parlarne subito non appena questo problema emerge, anche durante il primo o il secondo incontro, si deve infatti necessariamente rivolgersi ad un altro collega. Per questo motivo è anche importante lavorare in equipe in modo da poter inviare il paziente ad un collega fidato. L’aspetto più importante è saper alzare le mani e poter affermare che c’è un problema, sia esperienziale oppure personale. Ogni terapeuta dovrebbe avere la capacità di affermare queste parole e non avere paura di esse. Il paziente di contro dovrebbe essere felice di sentirle poiché non ha trovato l’aiuto immediato che cercava però ha trovato un professionista che ha compreso il problema e che si muoverà attivamente per trovare un collega che lo possa aiutare. E’ estremamente professionale dal mio punto di vista riuscire a capire quali sono i propri limiti e riuscire a parlarne, perché avendo a che fare con la salute e il benessere delle persone è necessaria coerenza e trasparenza, con se stessi e con l’altro. Inviare un paziente ad un collega per uno di questi motivi non è affatto un rifiuto ma è anzi tutto un atto di grande professionalità.