Come funziona il lavoro in psicoterapia e perché il terapeuta non si mette a dare dei consigli?
Non lo fa perché sarebbe un grossissimo errore soprattutto nella misura in cui si assume una responsabilità che non è la propria. Il terapeuta infatti deve lasciare libera la persona, il paziente, di trovare il proprio equilibrio, la propria verità e realtà nonché la propria organizzazione.
Ciò vuol dire che nel momento in cui le persone si siedono all’interno di questa stanza e iniziano a presentare le loro difficoltà, io ascolto cerco di capire e di entrare in merito. Cerco quindi di aiutare la persona a elaborare un nuovo punto di vista, nuove idee e ragionare sul concetto in un’ottica diversa.
Tuttavia non sarò mai io, il terapeuta, a dire: “devi fare così” poiché la persona deve essere aiutata tramite il lavoro terapeutico ad assumere consapevolezza delle dinamiche che hanno generato il problema. La persona deve essere aiutata a sviluppare le strategie per risolvere il problema, strategie estremamente soggettive!
Qualora il terapeuta dica esattamente al paziente cosa sarebbe meglio fare il rischio potrebbe essere il peggioramento del sintomo: inizialmente il paziente potrebbe assistere ad un momentaneo miglioramento ma successivamente, non essendo proprie tali strategie suggerite, il sintomo potrebbe peggiorare.