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Filofobia: paura di amare

Parliamo di filofobia, o più nello specifico della paura di amare. Ho già fatto un articolo sulla filofobia, dove entro un po’ nel dettaglio e spiego in cosa consiste, fornendo delle indicazioni. Siccome però in tanti mi chiedete di approfondire il tema, eccomi qui: cercherò di fare una riflessione diversa, a tratti un po’ più ampia, a tratti un po’ più ristretta e, se vogliamo, più diagnostica rispetto all’articolo precedente.

Cos’è la Filofobia?

La filofobia è di fatto una fobia specifica, come riportato dal manuale diagnostico, il famosissimo DSM. Ormai mi avrete già sentito nominare questo manuale, che è il riferimento per qualunque clinico quando si tratta di fare una diagnosi. Quando si parla di fobie specifiche, come ad esempio la paura degli insetti o dei serpenti, si fa riferimento a paure ingiustificate e incontrollabili. In altre parole, per parlare di fobia specifica, si considera una reazione emotiva esagerata rispetto alle aspettative.

Reazioni Comuni nelle Fobie Specifiche

Una fobia specifica si manifesta come una risposta eccessiva a uno stimolo fobico, completamente fuori controllo, nonostante la persona sia consapevole, da un punto di vista cognitivo, che quella reazione è esagerata e che lo stimolo non è così pericoloso come invece percepisce. Questa è la caratteristica di qualunque fobia specifica, e la filofobia non fa eccezione.

Un Esempio: L’Aracnofobia

Per esempio, chi soffre di aracnofobia, la paura dei ragni, può avere una reazione esagerata, anche solo vedendo un ragno in una teca o in televisione, manifestando sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, fiato corto e tremore, fino a episodi di panico. Anche se si rende conto cognitivamente che non dovrebbe essere così spaventato, il suo corpo reagisce come se il pericolo fosse imminente, portandolo a mettere in atto strategie di evitamento per tenersi alla larga dagli stimoli fobici.

Filofobia e Relazioni Sentimentali

Anche sulle fobie specifiche ho già fatto un articolo, dove ne parlo più nel dettaglio e ne racconto alcune, dalle più frequenti alle più curiose. Per quanto riguarda la filofobia, essa è una fobia specifica legata alla paura delle relazioni, soprattutto sentimentali, che ha a che fare con l’amore e l’innamoramento.

Le Difficoltà di Vivere con la Filofobia

Ora che abbiamo chiarito cosa sia una fobia specifica e cosa sia la filofobia, possiamo riflettere su quanto possa essere difficoltoso vivere una condizione filofobica. In altre parole, per una persona con questa fobia, le relazioni sentimentali possono essere terrificanti. Questo perché, da un lato, tutti sentiamo il bisogno di relazioni, ma il filofobico vive una sorta di scissione: da una parte, desidera avere una relazione, dall’altra ne è completamente terrorizzato.

Quindi, non sa come soddisfare un bisogno che è fisiologico, intimo e personale. Se consideriamo altre fobie, come l’aracnofobia, è facile evitare i ragni tenendosi alla larga da situazioni che potrebbero esporci a essi. Possiamo cambiare canale in TV o evitare di andare in natura o allo zoo. Con la filofobia, invece, questa strategia di evitamento non è possibile, perché le relazioni sono parte integrante della vita.

L’Altalena Emotiva del Filofobico

Il filofobico non può evitare completamente le relazioni, perché da un lato ne è terrorizzato, ma dall’altro sente un bisogno profondo di averne una. Così, si trova in una mortificante altalena: da un lato, tenta di esporsi, dall’altro è paralizzato dalla paura. Anche se riconosce razionalmente che una persona non è pericolosa o rischiosa, rimane bloccato in questa condizione di paura incontrollabile e frustrazione costante, sentendosi non pronto, non degno o “rotto”.

Filofobia e la Difficoltà di Evitare le Relazioni

Questa è una caratteristica che distingue la filofobia da altre fobie specifiche, perché non è possibile utilizzare una strategia di evitamento completa. La filofobia non riguarda solo il rifiuto delle relazioni sentimentali o il desiderio di stare da soli, ma è accompagnata da un terrore profondo e da una frustrazione costante per non sentirsi all’altezza.

Conclusioni

Fammi sapere cosa ne pensi, se è più chiaro questo ragionamento clinico e diagnostico rispetto all’articolo precedente, che era più orientato al versante relazionale. Condividi le tue opinioni e pensieri, così da facilitare come sempre la discussione. A presto!

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