Crisi di coppia, come superarla e ricominciare?
In questa scheda proveremo a rispondere ad alcune domande:
- Come si fa ad affrontare una crisi di coppia e innamorarsi di nuovo del proprio partner?
- Come si fa a ritrovare la felicità e la complicità?
- Come si fa a stare di nuovo bene con l’altra persona?
Questi sono pensieri che spesso mi vengono esposti come problemi “pesanti”, cioè come questioni che influenzano molto la vita di una persona, e ognuno di questi pensieri richiede una sua specifica risposta, nei limiti di ogni specifico caso.
C’è un presupposto fondamentale a tutto questo, la conditio sine qua non, per il raggiungimento di una migliore situazione di benessere: nel momento in cui una coppia decide di voler tornare a essere felice decide di ricostruire, deve volere innanzi tutto lavorare affinché non venga delusa.
Le avete davvero provate tutte, le occasioni per riunirvi?
Molte coppie che arrivano in terapia dicono: “Abbiamo provato di tutto, ci impegniamo, magari andiamo bene qualche giorno, ma poi tutto cambia, torna alla monotonia e ci rende infelici”.
Io, nel percorso di consultazione, di conseguenza, inizio a comprendere quali sono le dinamiche e le modalità di funzionamento di queste coppie, proprio a partire da queste ammissioni.
E generalmente emerge una costante: molte coppie sono più concentrate a illudersi piuttosto che lavorare per stare insieme.
Ciò significa che quando una persona prova a ricostruire la propria relazione deve innanzitutto partire dall’accettazione del partner, cosa faticosa. Molte volte invece ciò che succede è associare il ricostruire a una verifica, un giudizio dell’altro o di sé.
Prendiamo per esempio una coppia di questo genere: la moglie dice al marito che non può farsi carico da sola di tutte le faccende domestiche, perché tutto pende sulle sue spalle. Lei chiede al marito di sparecchiare la tavola e stendere i panni, oltre che portare la spazzatura (compito generalmente associato al genere maschile, come il cambio d’olio).
L’uomo della coppia il giorno successivo inizia a svolgere le mansioni dettate dalla donna, sparecchia i piatti, carica la lavastoviglie, un giorno però, dovendo fare alcune commissioni, si dimentica. Iniziano le prime delusioni.
Questo funzionamento mentale porta inevitabilmente a puntare la luce esclusivamente sull’elemento mancante, ovvero il non aver svuotato la lavastoviglie.
Allo stesso modo, l’uomo potrebbe aver fatto delle richieste alla donna come fare più cose insieme.
La coppia quindi per qualche weekend passa del tempo insieme, ma al quarto sabato la donna va dalla madre perché ha bisogno della figlia per un favore.
L’uomo invece che vedere ciò che è accaduto durante i weekend precedenti e la volontà di fare qualcosa insieme, imputa alla donna di tenere di più alla suocera che a lui.
Questo atteggiamento cancella, dal punto di vista di entrambi, ogni tentativo di ricostruzione della coppia e della felicità perché tutto viene ricondotto al passato.
Ci si mette infatti in una condizione di giudizio come se l’altro dovesse dimostrare di essere degno di valere, di voler stare con l’uomo o la donna.
Per questo motivo si è più impegnati a illudersi che ad essere felici, perché ci si mette in una condizione in cui l’altro deve dimostrare quando, in realtà, la cosa fondamentale è che entrambi siano di supporto per l’altro e cerchino di ricostruire.
Cosa significa realmente ricostruire un legame consumato o perso
Entrambi sono in una condizione in cui non c’è giudizio, però c’è la volontà e l’esplicitazione della volontà stessa di provare a tornare a essere felici e di stare insieme.
Il comportamento dell’altro prima o poi sarà deludente e in una posizione giudicante verrebbero cancellati anche i tentativi positivi da questa ennesima delusione, per cui sarebbe l’ideale trovare insieme a uno specialista le giuste strategie così da mettere da parte queste delusioni e spostare l’attenzione dal negativo.
È necessario guardare tutto quello che c’è stato e che ci sarà, partendo dal presupposto che, comunque, nel momento di ricostruzione, la volontà di ripartire non deve mai essere messa in dubbio.
In questo caso ci si espone inevitabilmente al fallimento.
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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo ad orientamento sistemico relazionale, ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, con successiva specializzazione in psicoterapia presso lo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Svolgo la mia attività come professionista dal 2011 e mi occupo di percorsi di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e familiare.
Dirigo e coordino una equipe di psicologi a Como e in provincia di Lecco e di Monza Brianza