+39 347 9177302
Liberare la passione: La storia di Giovanni

Cover Libro Radavelli Liberare la passione: La storia di Giovanni

Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo: lo disse Aristotele e, senza dubbio, espresse una grande verità. Per questo, non è solo importante “raccontare” quello che si fa ma

“mostrarlo” nell’atto pratico, nella costruzione concreta, un passo dopo l’altro, perché sia possibile apprendere e di conseguenza “fare”. L’obiettivo di questa collana è di aprire la stanza di psicoterapia e fare in modo che chi leggerà possa vedere il lavoro dello psicoterapeuta e del paziente in divenire. Nella letteratura scientifica psicologica è presente molta teoria, tanti manuali che raccontano la storia clinica, ma pochi i libri che riferiscono i casi e il loro svolgimento in dettaglio. Abbiamo voluto riportare la trascrizione delle sedute – non certo in modo integrale, per ragioni, soprattutto, di economia narrativa – perché il lavoro clinico non sia in alcun modo alterato dalla percezione del terapeuta, ma si presenti pulito, trasparente e i lettori traggano le proprie considerazioni personali. Non ci siamo quindi basati, come avviene di solito, sulla sintesi del lavoro del terapeuta, ma abbiamo portato il focus sul dialogo: si entra a tutti gli effetti nella stanza di psicoterapia, mentre la seduta è in corso, si assiste, si ascolta. Il nostro vuole essere sia un contributo, come detto, alla bibliografia scientifica, carente di testi di questo genere, sia la risposta a un bisogno di approfondimento, con lo scopo aggiuntivo di fornire così elementi utili a chi sta attraversando lo stesso problema del paziente, a chi è interessato alle dinamiche della psicoterapia e naturalmente a tutti i nostri colleghi.

Punto di forza, a nostro avviso, di questa modalità che condividiamo è la possibilità di vedere come si costruisce la conversazione con il paziente e quali sono gli effetti capaci di causare un cambiamento. Non si tratta certo del voler indicare questa come l’unica possibile modalità di fare terapia, è una strada che ha funzionato e funziona, ma c’è la consapevolezza che tante diverse scelte di altri terapeuti, pur nell’ambito della prassi consolidata, possono essere senza dubbio efficaci.

Si sfata anche una diceria molto diffusa e cioè che dallo psicologo si fanno chiacchiere: senza dubbio si chiacchiera, ma in modo mirato e incisivo, al fine di innescare la trasformazione delle persone.
ll verbatim delle sedute risulta talvolta trapuntato dai commenti di un altro terapeuta che esplicita le dinamiche sottostanti al processo terapeutico, il punto di vista teorico che offre la base al movimento pratico del terapeuta in seduta: non è facile da individuare per chi non è allenato e rischia di essere confuso e banalizzato con il concetto di chiacchiera. Tutto questo aiuta ancora di più a rispondere alla domanda che spesso viene posta dallo stesso paziente: “ma in terapia si parla e basta”?

Sì, si parla e basta, ma la parola è lo strumento principale della psicoterapia, grazie alla parola costruiamo, interpretiamo e spieghiamo la realtà.
Le parole che usiamo diventano la modalità espressiva utile a costruire il nostro punto di vista sul mondo, anzi, ci consentono di percepire noi stessi all’interno del mondo. “Non conosco nulla al mondo – scrive Emily Dickinson – che abbia tanto potere quanto la parola”.

Se non si entra in un vero ascolto, si può pensare di assistere a una discussione libera e spontanea tra il terapeuta e il paziente; in realtà, quello che fa il terapeuta è andare a ricostruire progressivamente la storia del paziente ridandole significato tramite il linguaggio e la lettura di ciò che accade. Poi, la rilettura da parte di un secondo terapeuta ha l’obiettivo di rendere visibili movimenti o momenti salienti all’interno della seduta che altrimenti rischierebbero di passare inosservati.


Risposte chiare in quattro incontri

Per fissare un colloquio psicologico potete compilare il modulo sottostante, vi risponderemo al più presto.

La tua richiesta non può essere inviata correttamente.
La tua richiesta è stata inviata correttamente.
Il campo SMS deve contenere tra i 6 e i 19 caratteri e includere il prefisso del paese senza usare +/0 (es. 39xxxxxxxxxx per l'Italia)
?
Gli ultimi articoli del blog