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Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) da relazione

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato principalmente da pensieri fissi, intrusivi e ridondanti — ossessioni — su temi che possono variare, come la contaminazione, l’igiene e altri. Questi pensieri sono spesso associati a compulsioni, cioè comportamenti o pensieri messi in atto per mitigare o placare l’ansia generata dalle ossessioni.

Ad esempio, una persona può aprire e chiudere la porta tre volte perché questo gesto scaramantico le dà un senso di controllo e propizia un futuro positivo. Oppure può ripetere numeri o frasi come mantra per calmare l’ansia derivante dal pensiero ossessivo.

  • Ossessione: pensiero intrusivo e ridondante
  • Compulsione: strategia comportamentale o cognitiva per ridurre l’ansia

Cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo da relazione (ROCD)

Il disturbo ossessivo-compulsivo da relazione (Relationship OCD o ROCD) è una forma di DOC in cui i pensieri ossessivi e le compulsioni si concentrano sull’ambito relazionale. Comprende pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi riferiti alla relazione stessa o al partner.

Le tre forme principali del ROCD

Il ROCD si manifesta principalmente in tre modalità:

1. Ossessioni sulla relazione

Chi ne soffre si pone costantemente domande sulla relazione, ad esempio:

  • Lo amo abbastanza?
  • Ci amiamo davvero?
  • Siamo una bella coppia?
  • Siamo fatti per stare insieme?

2. Ossessioni sul partner

In questo caso, l’attenzione si focalizza sulle caratteristiche dell’altro, con pensieri del tipo:

  • È sufficientemente intelligente?
  • È una brava persona?
  • Ha difetti fisici?
  • È attraente rispetto agli altri?

3. Combinazione dei due aspetti

È la forma più comune. Il soggetto valuta sia la relazione che il partner, alternando dubbi sulla qualità della relazione a domande sul valore o la “bontà” dell’altro.

Il ruolo del dubbio ossessivo

In tutti i casi, il dubbio è il nucleo dell’ossessione. Sebbene la risposta razionale sia spesso “sì”, sul piano emotivo emerge sempre un “ma…” che alimenta l’ansia. Questo contrasto tra razionalità e sensazione rafforza il circolo vizioso del disturbo.

Compulsioni nel disturbo ossessivo-compulsivo da relazione

Le compulsioni sono pensieri o comportamenti messi in atto per cercare di ridurre l’ansia generata dalle ossessioni. Si manifestano su tre livelli principali:

1. Test sulla relazione

Si cercano prove nella quotidianità che confermino la solidità della relazione. Frasi o pensieri tipici:

  • “Se mi ama, adesso dovrebbe baciarmi.”
  • “Dovremmo abbracciarci in questo momento.”
  • “Dovrebbe succedere questa cosa per dimostrarlo.”

2. Confronti con altre relazioni

Si paragona la propria relazione con quella di amici, conoscenti o relazioni passate. Si tende a pensare:

  • “Se loro fanno così, anche noi dovremmo.”
  • “Se loro sono felici, dobbiamo fare le stesse cose.”

3. Ricerca di episodi positivi nel passato

Quando l’ossessione è legata alla “dignità” del partner, si cerca conferma nel passato di momenti in cui il partner ha dimostrato di essere all’altezza. Tuttavia, nessun ricordo è mai sufficiente a placare del tutto l’ansia, e si entra in un ciclo continuo di rimuginio.

Il circolo vizioso del ROCD

Queste compulsioni, se da un lato mirano a mitigare l’ansia, dall’altro la alimentano. È come cercare di uscire da una buca continuando a scavare. Col tempo, questo logora la relazione e la persona stessa, che può diventare insoddisfatta, cambiare partner frequentemente, alzare sempre più le aspettative, sabotando inconsapevolmente la propria felicità.

Conclusione: riconoscere e affrontare il disturbo

Il disturbo ossessivo-compulsivo da relazione si articola in tre varianti: ossessioni sulla relazione, ossessioni sul partner, e una combinazione delle due. Tutte portano a compulsioni cognitive e comportamentali che non fanno che rinforzare il disturbo. Riconoscere queste dinamiche è il primo passo per interrompere il circolo vizioso e iniziare un percorso di consapevolezza e cura.

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