Le disfunzioni sessuali altro non sono che un problema di pensiero.
In un precedente video ho spiegato quali sono le principali disfunzioni sessuali, facendo riferimento a quelle individuate dai principali manuali diagnostici. Ne esistono 4 per gli uomini, che vanno dalla eiaculazione precoce, alla disfunzione erettile, etc. e 3 per le donne, come ad esempio il dolore genito-pelvico, il desiderio sessuale ipoattivo, etc.
Perché dico che il disturbo sessuale è un problema di pensiero?
Poiché, come è capitato a tutti, vuoi perché è stato vissuto in prima persona o perché lo si è visto nei film, si è sentito dal racconto di un amico o si è letto in un romanzo, l’atto sessuale è un momento in cui c’è (quasi) una perdita della ragione, è travolgente, si entra in una “dimensione parallela”, fatta di desideri, di impulsi, di confusione e di foga, che di fatto porta (la persona) a vivere il momento ed a perdersi in esso.
Bene, tutto questo nelle disfunzioni sessuali non accade. Il pensiero viene mantenuto attivo sia prima che l’atto sessuale vero e proprio abbia inizio sia durante l’atto sessuale stesso.
Faccio un esempio in modo tale da essere più chiaro e prendo nello specifico un problema di eiaculazione precoce, ma questo flusso di pensiero è valido per qualsiasi altro tipo di disturbo, poiché chi ha una disfunzione sessuale penso si possa facilmente ritrovare in questa descrizione.
Diciamo che arriva un paziente che racconta di avere un problema di eiaculazione precoce. Iniziamo quindi a capire come si approccia all’atto, il significato che il sesso ha per lui, il tipo di relazione/i che ha instaurato, etc.
Sostanzialmente mi viene detto questo: “dottore io inizio ben prima del rapporto a pensare continuamente a questa mia difficoltà, al mio problema. Nel momento in cui sto per avvicinarmi ad un rapporto, ad esempio sono in una situazione che so potrebbe favorirlo, inizio ad agitarmi. Se so che quella sera o in quel particolare incontro c’è la possibilità di avere un rapporto già inizio ad agitarmi e mi agito sempre di più, fino a che poi fallisco o altrimenti mi nego l’opportunità, prendo una scusa e interrompo il discorso. La cosa che però mi da ancora più fastidio è che nel momento invece in cui sono riuscito ad andare oltre (superando il primo blocco), la mia ansia è ad un punto tale per cui non so più che cosa fare. Continuo ad essere agitato e difficilmente riescono a portare a termine in maniera soddisfacente il rapporto. Se invece sono particolarmente tranquillo (raramente) e quindi riesco ad avere un rapporto sessuale soddisfacente comunque non lo vivo serenamente (come vorrei) perché sono sempre attento ad osservarmi. Una parte del mio cervello è totalmente concentrata sull’altra persona, un’altra parte è invece concentrata ad osservare quello che sto facendo. E’ come se avessi un giudice esterno che mi guarda, che mi ascolta e che mi valuta ed ovviamente mi distrae. E’ come se avessi un terzo nella stanza”.
E’ in questo senso che si parla di disfunzioni sessuali come un problema di pensiero, poiché il pensiero in questi casi non è funzionale all’atto, ma anzi, a fronte di una difficoltà, va a complicare ulteriormente la situazione,
diventando un ostacolo ulteriore da dover affrontare; e per chi già si trova in una situazione di disagio questo sicuramente è un ulteriore problema.