Voglio condividere qualche riflessione rispetto ad una cosa che sta succedendo sempre più frequentemente. Nel mio studio arrivano giovanissimi, ragazzi che vanno dai 19 ai 26 anni che sono alle prime esperienze e ai primi approcci sessuali. Spesso sono in difficoltà perché si agitano, non sanno come comportarsi, hanno quindi qualche défaillance: molto spesso riguardano l’eiaculazione precoce o la perdita di erezione. Sono quindi giustamente preoccupati da quello che può succedere, molte volte sono anche preoccupati per il proseguimento della relazione perché molti temono di poter essere lasciati a causa di queste fatiche. Questi ragazzi si rivolgono quindi ad un medico per capire cosa può essere utile. Mi sono accorto infatti che molti medici prescrivono la classica “pillola blu”, Viagra o Cialis. Sicuramente ha il suo senso prescriverla qualora vi siano vere difficoltà sessuali, ma lo ha meno prescriverla a ventunenni che effettivamente non hanno una disfunzione erettile.
Approfondendo questi farmaci si può leggere che non garantiscono l’erezione ma permettono il suo mantenimento una volta che l’erezione è quantomeno abbozzata. Quando questo farmaco viene assunto c’è anche l’effetto placebo, un effetto psicologico che agisce sulla testa: il ragazzo è convinto di poter avere l’erezione, il ragazzo si sente libero dalle paure forte di avere la pillola blu in tasca.
Il problema si crea perché questa è una scappatoia, molti ragazzi infatti arrivano in terapia chiedendo di smettere questa cosa perché si rendono conto che a vent’anni non possono proseguire con una pillola da assumere 12 o 24 ore prima. Queste pillole diventano strategie, mezzucci, che permettono di barare, determinano qualche tipo di artificiosità nella relazione e nell’atto perché garantiscono l’erezione ma con che stato emotivo? Questi ragazzi riescono a godersi la libertà dell’atto o sono perennemente concentrati su: “chissà se riesco a mantenere l’erezione”, “chissà se per la prossima volta riesco a comprare la pillola”, “se non dovessi assumerla riuscirei ad avere un rapporto?”. Il ragazzo si trova quindi in questa grossa difficoltà psicologica per cui ci si convince che l’atto sessuale si potrà avere solo esclusivamente attraverso la pillola e questo è estremamente povero dal punto di vista emotivo. Molti di questi infatti arrivano dicendomi che vogliono imparare ad avere rapporti sessuali liberi da questo vincolo e riuscire a godersi l’atto sessuale. Fortunatamente molti ragazzi arrivano da me, o da colleghi, a chiedere aiuto. E tutti gli altri?
Barare a 20 anni per avere dei rapporti sessuali nel breve periodo ripaga ma nel lungo periodo diventa un problema.