Oggi parliamo delle fasi di un lutto, della sua elaborazione, lutto inteso non solo come perdita fisica di una persona cara ma anche come “fine di qualcosa”, fine di una relazione, di un rapporto significativo. Esistono diverse teorie e diverse ipotesi sull’elaborazione di un lutto. La più interessanti dal mio punto di vista è quella proposta da Kluber Ross che ha studiato e individuato cinque fasi specifiche.

La prima fase è il rifiuto che consiste nel dire “non può essere che sia successo”, “non sta accadendo a me”. La seconda è la rabbia “ho fatto del male per meritarmi questo?”. La terza fase è la contrattazione, il patteggiamento, in qualche modo si diventa consapevoli che effettivamente il lutto c’è stato e quindi si cercano i primi tentativi di riorganizzazione, si cerca di mettere insieme le prime idee per provare ad organizzarsi e capire che cosa è rimasto. La successiva fase, la quarta, è la fase della depressione ovvero la fase del lutto vero e proprio. In questo periodo c’è un calo inevitabile dell’umore che determina pianto e tristezza. L’ultima fase è la quinta, ovvero la fase dell’accettazione, in cui c’è la rielaborazione del lutto e la riorganizzazione della vita a seguito di questa mancanza.

La domanda spontanea è quindi: ma queste fasi devono essere fate tutte? Quanto durano? Cosa succede se qualcuno non riesce a concluderle?

Innanzitutto, queste fasi non devono necessariamente essere svolte tutte in questo ordine logico, alcune possono essere alternate tra loro per esempio potrebbe esserci prima la fase della rabbia e successivamente il rifiuto. Ciò, naturalmente, dipende dalla specifica situazione che la persona si trova a vivere.

La durata delle fasi è molto difficile da prevedere e stabilire poiché anche questo è soggettivo, dipende dal tipo di lutto, se il lutto è reale e fisico oppure se è la perdita di una relazione o di un lavoro. I manuali diagnostici dicono che 6 mesi è un termine che non può essere considerato patologico, nella maggioranza dei casi.

Per andare più nello specifico della situazione ci si potrebbe chiedere, come ultima domanda, cosa succede se queste fasi non vengono tutte affrontate. Qualora non vengano affrontate il rischio è rimanere bloccati con un trauma vivo, un lutto non rielaborato che inevitabilmente condizionerà le nostre caratteristiche, scelte di vita, pensieri, emozioni.

Le fasi devono quindi essere tutte necessariamente vissute, attraversate e superate, ognuna con i propri tempi e con le proprie modalità, per poter tornare a stare mediamente bene.

Psicologo ComoDr. Matteo Radavelli – Psicoterapeuta e Psicologo Como
Via Dante Alighieri 95, 22100 Como CO
+393479177302
info@matteoradavelli.it

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo ad orientamento sistemico relazionale, ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, con successiva specializzazione in psicoterapia presso lo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Svolgo la mia attività come professionista dal 2011 e mi occupo di percorsi di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e familiare.

Dirigo uno studio di psicologia a Como oltre che in provincia di Lecco e Monza Brianza

Contattami

Se le emozioni che proviamo ci impediscono di vivere come vorremmo, al punto da condizionare negativamente la nostra vita, è il momento di chiedere aiuto.

"*" indica i campi obbligatori

Nome*
Nome Completo*
Email*
Telefono*
Messaggio*
Sede*
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.

Partners

Iscriviti alla Newsletter di Matteo Radavelli

Ricevi consigli, ispirazione e strumenti pratici per una mente sana e felice!

Contattami