Legati al fallimento ci sono una serie di preconcetti, pensieri, inerenti al giudizio, alla sentenza ovvero l’idea che il fallimento sia immutabile e non trasformabile, non rielaborabile. Quando le persone si trovano davanti ad un fallimento spesso lo interpretano come un dato di fatto, qualcosa di immutabile, “ho fallito, questo è quello che sono”. Spesso inoltre c’è una migrazione del concetto da “ho fallito” a “sono un fallito”.
Il fallimento può essere visto in molti modi, come una tappa di un percorso che può essere superata attraverso delle strategie. Il fallimento stesso può essere trasformato in apprendimento, c’è chi dice “io non fallisco mai o vinco o imparo”, il fallimento non è considerabile tale nel momento in cui lo trasformo in apprendimento che modifica il comportamento futuro.
L’impatto che noi diamo al fallimento determina l’importanza stessa che l’evento ha nelle nostre vite. Non vediamolo come una cosa immutabile, tantomeno come una sentenza, ma come una parte di un percorso e una grande possibilità per il futuro: è grazie al fallimento che trasformiamo ciò che siamo. Possiamo essere vittime del fallimento o farlo diventare un nostro grande alleato.