Ti è mai capitato di aver preso una decisione, aver fatto una scelta, ma nel profondo sentire di non aver veramente scelto?
Ecco, nella stanza alle mie spalle, che assume sicuramente diversi nomi, la stanza di terapia, la stanza del cambiamento, la stanza delle scelte, mi capita spesso di sentire frasi come “vorremmo dare una seconda chance al nostro matrimonio, ma continuiamo a vivere rivendicando il passato”, oppure “vorrei riconquistare il mio partner, ma al di là di qualche tentativo estemporaneo ricasco nelle vecchie dinamiche, nei vecchi comportamenti, nelle vecchie abitudini che di fatto ci hanno portato a vivere il problema che stiamo affrontando”.
Il tema delle scelte, che ovviamente è un tema spinoso e complicato da affrontare, molte volte viene visto e letto sul versante sbagliato. Spesso ci si concentra esclusivamente sulla direzione in cui si dovrebbe andare e sugli obiettivi che si vorrebbe ottenere. Questa è certamente una parte fondamentale, ma anche la più facile da riuscire a valutare, nel senso che le voci nella nostra pancia già ci dicono in che direzione dovremmo andare, già sentiamo quale è la scelta che dovremmo compiere.
Ciò che mai consideriamo e che quindi dal mio punto di vista viene spesso sottovalutato, è il tempo della scelta, ossia la capacità di concederci un tempo sospeso dal giudizio, in cui essere liberi di provare le nuove dinamiche e sperimentare il cambiamento.
Solo dopo che è passato sufficiente tempo saremo infatti capaci di valutare la bontà della scelta compiuta e quindi la sua efficacia. Se questo tempo non ce lo concediamo, saremo portati a muoverci a corrente alternata, mischiando le vecchie dinamiche con i nuovi tentativi di cambiamento e quindi di fatto andremo a sprecare la possibilità di cambiare, poiché, vivendo in una situazione di confusione, non saremo capaci di capire cosa appartiene al passato e cosa invece appartiene al futuro.
La direzione che abbiamo scelto, ma che di fatto non abbiamo perseguito in toto, perché abbiamo continuato a tenere attivo il giudizio nella nostra testa, perché ci siamo fatti sopraffare dalla paura, dall’abitudine e dalla routine, non l’avremo davvero vissuta.
Concediamoci un tempo per poter scegliere, ma soprattutto un tempo per provare la scelta che abbiamo preso. Un tempo sospeso dal giudizio, perché solo così potremmo dire di aver veramente scelto.