Ho tutto ma non riesco ad essere felice

Ho tutto ma non sono felice, e non riesco a capire perchè

Questa è una frase che sento molto spesso, soprattutto da persone la cui età si aggira intorno ai 40-45 anni.

Uomini e donne, indistintamente, che hanno lavorato tutta la vita per costruire il loro sogno e ora si trovano in una fase in cui hanno appena acquistato la casa per la vita, i bambini vanno a scuola, lavorativamente riescono ad essere abbastanza stabili, hanno estinto un finanziamento che gravava sulle loro teste, e quindi si trovano in una situazione di tranquillità.

Tuttavia non sono felici, non riescono ad esserlo.

Spesso, queste persone, mi dicono: “i miei amici, i miei conoscenti, guardando la mia vita, farebbero carte false per avere la mia situazione economica, per avere la mia casa, per avere il mio partner, mia moglie o mio marito, per avere una “famiglia del Mulino Bianco”, con un figlio/a o più in salute”.

Può sembrare assurdo ma queste persone si trovano in questa strana situazione: da un lato sanno che quello che hanno è giusto, è quello che volevano, e dall’altro non riescono a concepire tutto questo come realtà.

Perchè non riesco ad essere felice? Dottore, cosa mi succede?

Si pongono questa domanda ma hanno una paura tremenda a portare fuori questo pensiero, perché non riescono a capire da dove arrivi questa infelicità. Si convincono che, semmai dovessero parlarne, qualcuno direbbe loro che sono matti.

Succede perché hanno costruito tutto il loro sogno, e si ritrovano a non sognare più: si sono creati la loro vita, peccato che questo sogno non fosse probabilmente il loro

Può esser stato determinato dal retaggio culturale, familiare, dalla società, e quindi hanno lavorato tutta la vita per un qualcosa che credevano fosse giusto, senza mai chiedersi davvero se fosse questo quello che realmente volessero, che desiderassero e per cui poi fossero disposti a fare tutti questi sforzi.

Si trovano pertanto in una situazione di grande conflitto, di grande delusione: hanno paura a dirlo.

Iniziano ad agire quindi una serie di comportamenti tendenzialmente a rischio: c’è chi tradisce, c’è chi rischia di mandare all’aria il lavoro nel tentativo di cambiare vita, c’è chi smette di curarsi dei figli e si butta negli interessi personali, dalla musica allo sport, e c’è invece chi invece piange da solo nella sua solitudine, nella sua incomprensione, spaventato dal fatto che dire ad alta voce di questa difficoltà potrebbe renderlo matto, o farlo additare tale dagli altri.

Come può la psicoterapia aiutare a raggiungere un risultato positivo?

Il passaggio attuato, come suggeriscono molti autori, è quello di liberarsi dalla “personalità infantile”, nel tentativo di fare spazio alla personalità adulta.

Il concetto di “personalità adulta” consiste nella capacità di riuscire a manifestare con chiarezza i propri bisogni, nel riuscire a definire quali sono le proprie volontà, le proprie necessità, anche al netto del contesto che ci circonda e della rete che abbiamo creato: la famiglia, le necessità dei figli, del coniuge, quelle personali e quelle degli altri.

Può essere che non esista alcun equilibrio completamente soddisfacente. A quel punto dobbiamo riuscire ad essere consapevoli che talvolta siano necessari dei compromessi.
Al tempo stesso, dobbiamo tentare di riuscire a ritagliare uno spazio in cui siamo in grado di parlare a noi stessi, di mettere insieme quali siano le necessità personali, i bisogni, rispetto anche a quelli altrui.

Diventa un processo quasi spontaneo quello dello sviluppare una personalità adulta, senza necessariamente inseguire il “sogno del Mulino Bianco”, che altro non è che il sogno di qualcun altro.
Perché, purtroppo, alle favole credono solamente i bambini.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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