Coronavirus: perchè è caccia all’untore

Coronavirus e il ruolo dell’untore: perché abbiamo bisogno di trovare il colpevole? Perché abbiamo bisogno di assegnare le responsabilità a qualcuno? Quali sono i meccanismi psicologici che stanno alla base di questa attribuzione di responsabilità?

L’untore è una figura diventata famosa con i Promessi Sposi di Manzoni e stava a rappresentare quella figura che volontariamente spargeva il morbo della peste in luoghi pubblici così da contaminare le altre persone. Ovviamente il concetto ora si è evoluto, è difficile ora credere che qualcuno faccia volontariamente, che ci sia un’intenzionalità nell’andare a contaminare e contagiare altre persone.

Il meccanismo però di attribuzione della responsabilità non si è evoluto dal cinquecento ad oggi nel senso che il meccanismo psicologico che sta alla base è lo stesso. La società ha progressivamente attribuito la responsabilità a diverse figure: si è partiti dal paziente zero e poi ci si è progressivamente mossi ai bambini, agli anziani, ai runners oppure alle persone che vanno a fare la spesa troppo spesso. Tuttavia non ci chiediamo perché la metropolitana di Milano sia ancora aperta, perché le carrozze diventeranno dei lazzaretti.

Ci troviamo a fare delle attribuzioni di responsabilità che cognitivamente ci rendiamo conto non essere propriamente lucide e al tempo stesso non riusciamo ad evitare scatenando guerre mediatiche, decreti e accuse sui social network.

Questo è un meccanismo psicologico, ognuno di noi ha infatti bisogno di vivificare e rendere concreto il male, riuscire a mettere a fuoco il nemico e attribuire la responsabilità a qualcuno. Questo ci restituisce una maggiore percezione di controllo, ci fa sentire più capaci di poter controllare la pandemia e ci rende ingenuamente più forti. È importante essere convinti di poter maneggiare la minaccia e averla sotto controllo, nonostante cognitivamente ci accorgiamo che la figura rintracciata come untore non ha tutte le colpe assegnate.

Dr. Matteo Radavelli – Psicoterapeuta e Psicologo Como
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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo ad orientamento sistemico relazionale, ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, con successiva specializzazione in psicoterapia presso lo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Svolgo la mia attività come professionista dal 2011 e mi occupo di percorsi di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e familiare.

Dirigo e coordino una equipe di psicologi a Como e in provincia di Lecco e di Monza Brianza

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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