Come l'uso del cellulare modifica il cervello

Lo smartphone e il suo utilizzo prolungato alterano sia il funzionamento cerebrale che la struttura stessa del cervello.  Questo non è il solito video in cui si dice che le nuove tecnologie non devono essere utilizzate perché dannose ma ha l’obiettivo di spiegare come l’utilizzo di un qualsiasi oggetto come lo smartphone possa alterare il funzionamento cerebrale.Fino a qualche tempo fa si riteneva che il cervello, come qualsiasi altro organo, mantenesse un certo grado di stabilità. Ciò in parte è vero per una serie di organi come il cuore, il fegato, non per il cervello. Negli anni 2000 sono stati fatti moltissimi esperimenti che hanno dimostrato come il comportamento ripetitivo o alcune pratiche come lo studio portino ad una modifica del funzionamento cerebrale nonché alla modifica di alcune strutture cerebrali. L’esperimento a mio avviso più interessante è stato fatto all’università di Londra. Diventare taxisti a Londra è come salvare la principessa in un castello combattendo un drago senza armi, si deve infatti passare un esame molto tosto. L’aspirante taxista deve imparare a memoria il nome di circa 25.000 vie, i percorsi più frequenti ed i relativi punti d’interesse nel raggio di qualche km. La Dott.ssa McQuire ha pertanto cercato di comprendere se il cervello dei taxisti dopo tutto questo tempo di studio e di memorizzazione si sia modificato e adattato al compito che veniva chiesto. Sottoponendo il loro cervello ad una scansione ci si è accorti che la parte di cervello legata alla memoria visuo-spaziale, ovvero l’ippocampo posteriore dietro la nuca, era maggiormente sviluppata rispetto ad altre persone che non avevano compiuto questi studi. La stessa dottoressa, proseguendo negli studi, si è accorta che quest’area era ancor più sviluppata nei taxisti più anziani e più esperti rispetto i neofiti. Ciò dimostra che l’esperienza e l’apprendimento modificano il cervello. Quest’ultimo si adatta, si modifica, a differenza di tutti gli altri organi del nostro corpo.

Alcune statistiche affermano che l’uomo occidentale, che ha a disposizione uno smartphone, lo utilizza per circa 4 ore al giorno. In questo periodo passato al cellulare riceviamo quindi moltissimi stimoli e sollecitazioni, alle quali il cervello si deve adattare e che pertanto lo modificano. Inevitabilmente il cellulare influenza il funzionamento e la struttura stessa del cervello, come ciò avviene non è ancora dato a sapere. Non sono ancora state svolte delle ricerche che indaghino con chiarezza le modificazioni e le alterazioni che lo smartphone comporta, sicuramente esso incide sul rilascio della dopamina. Questo può essere connesso ad alcune sensazioni depressione, ha altresì un’incidenza elevata sull’attenzione stessa rendendola progressivamente più frammentata.

L’obiettivo di questo video pertanto non è quello di demonizzare l’uso della tecnologia, anzi, ritengo siano uno strumento utilissimo e funzionale. Tuttavia, è necessario imparare ad utilizzarla, partendo dalla consapevolezza che qualsiasi comportamento che viene agito ripetutamente genera inevitabilmente un’alterazione e una modifica quindi anche del nostro modo di ragionare e del nostro modo di pensare perché altera al tempo stesso anche la struttura del nostro cervello. 

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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