Sintomi: in quanto passano?

Ti è mai capitato di rivolgerti ad uno psicologo per un sintomo, ad esempio degli attacchi di panico, dei disturbi sessuali, piuttosto che una somatizzazione, come problemi gastrointestinali o mal di testa, intraprendendo un percorso, ma accorgerti che il sintomo non scompare o meglio, non scompare nei tempi desiderati? Pensavi potesse essere una cosa di qualche incontro, eppure puntualmente il sintomo rimane lì, presente, magari ha avuto una flessione, nel senso che è migliorato, ma a fronte delle vicissitudini della vita, fa un po l’altalena: scompare e poi ritorna.

Non per spezzare una lancia a favore della professione, però c’è da considerare che il sintomo, soprattutto nel momento in cui sia in qualche modo cronicizzato, cioè è diventato parte del proprio modo di vivere, è una delle ultime cose a scomparire; molte volte infatti solo nel momento in cui il percorso è quasi a conclusione il sintomo sparisce. 

Questo perché esiste una specie di memoria muscolare, come nel compiere ad esempio un gesto tecnico, atletico o routinario il nostro corpo è abituato a funzionare in una certa maniera e ad avere una specie di script mentale, cioè una scorciatoia che ha imparato e che ripropone in maniera quasi automatica.

Allo stesso modo molti sintomi assumono la forma dello script, diventano parte della memoria muscolare e quindi tendono a ripresentarsi e riproporsi nonostante (magari) le cause che in origine li hanno scatenati siano state risolte o siano comunque in fase di elaborazione.

Nel momento in cui affronti un percorso psicologico, ma i tempi non rispettano le tua aspettative prova a chiederti questo: ”da quanto porto con me il sintomo? Da quanto lo trascino? Ho davvero compreso le cause che lo originano al punto che non ho più bisogno di agirlo?”. Se le risposte sono “non lo so”, “non lo ho ancora capito” e “non riesco ancora a liberarmene” probabilmente c’è una parte di questa memoria muscolare che resiste portandoti a rivivere e sperimentare il sintomo nonostante senti di essere in una fase di rielaborazione di ciò che lo ha scatenato.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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