Psicoterapia: l'anello mancante tra apprendimento e cambiamento

Oggi parliamo di apprendimento, cambiamento e psicoterapia. Ovviamente nel momento in cui una persona si rivolge ad uno psicoterapeuta e ad uno psicologo in un qualche modo necessita e desidera, ambisce ad un cambiamento quindi a trasformare qualcosa che dal suo punto di vista non va. Questo può essere un sintomo come può essere ad esempio un problema esistenziale, qualcosa che non sente di padroneggiare e che ha bisogno di risolvere anche se di fatto non sfocia in una vera e propria sintomatologia.  C’è quindi un link molto diretto tra l’apprendimento e il cambiamento che la persona vive. Questo link si chiama psicoterapia.

Questa deve ovviamente strutturarsi in modo che faciliti progressivamente da un lato la comprensione del problema, dall’altro però anche la mobilizzazione delle risorse del paziente quindi delle strategie che lo possano progressivamente portare verso il cambiamento ambito. Per fare questo il tema dell’apprendimento che è necessariamente antecedente al cambiamento e linkato adesso tramite la psicoterapia deve essere strutturato e deve essere in un qualche modo agevolato. Ho già spiegato perché le psicoterapie che puntano alle spiegazioni non funzionano. Queste entrano infatti in tutta una serie di tecnicismi psicologici non funzionali al paziente. Durante la psicoterapia serve che da un lato si possa ottenere un risultato e dall’altro sentirsi padroni che questo risultato in qualche modo avvenga in modo naturale, non deve essere artificioso e non deve essere basato solo sul ragionamento. Questo sarebbe innaturale e determinerebbe uno sforzo eccessivo. Per quanto riguarda il paziente e il suo cambiamento, la psicoterapia deve sempre partire da un apprendimento: l’apprendimento del terapeuta di qual è il problema e la situazione in modo tale da poter essere efficace nell’intervento e l’apprendimento del paziente affinché lo si possa vedere da un punto di vista differente, cambiare alcuni punti di vista, alcuni presupposti.

L’apprendimento può essere di tipo focalizzato quindi un apprendimento particolarmente metodico, immersivo, specifico, quindi dettagliato ed un apprendimento invece diffuso. Quest’ultimo è più generale, orientato ai massimi sistemi e l’obiettivo è la comprensione del funzionamento globale del sistema e non necessariamente della situazione specifica.

La psicoterapia parte sempre da un apprendimento e da una visione di tipo diffuso, quindi una comprensione globale di qual è la situazione e perché questa situazione determina un problema. Questo viene fatto generalmente durante la prima fase di consultazione che viaggia orizzontalmente in modo diffuso per comprendere il problema e la situazione. Successivamente si passa ad un apprendimento verticale, più specifico, in cui vengono approfonditi temi specifici della persona.

Le psicoterapie che si basano sulle spiegazioni dimenticano prima di tutto la definizione del contesto, la comprensione della situazione nel suo insieme e si concentrano esplicitamente e immediatamente solo sulle caratteristiche più minuziose. Per esempio se una persona arriva in terapia per un attacco di panico il terapeuta si concentra esclusivamente sulla spiegazione di cos’è l’attacco di panico, perché questo avviene e quali sono le sensazioni che provoca, spiegando quindi la teoria e le pratiche che posso essere applicate per la sua risoluzione. Questo è un apprendimento puramente focale e non efficace perché solo nel momento in cui, tramite un apprendimento diffuso, il paziente è stato in grado di comprendere qual è il sistema all’interno del quale questo attacco di panico si va a creare e strutturare gli strumenti appresi saranno efficaci. Gli strumenti dovranno essere calati necessariamente all’interno del sistema di significati che poi ha generato il sintomo. È solo in questo modo che lo strumento diventa effettivamente efficace altrimenti si basa esclusivamente sulla mera ripetizione o esecuzione delle indicazioni del terapeuta.  

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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