“Dottore, sono peggiorato, quindi non sono più intenzionato a venire da lei. Mi sono rivolto a lei per migliorare e invece mi trovo a stare peggio quindi intendo sospendere la mia terapia.”
Questa è una situazione che talvolta capita, sia lato paziente che lato terapeuta, e ovviamente apre degli interrogativi. Il più importante di questi è: C’è sempre un miglioramento immediato in tutti gli interventi di tipo psicologico o talvolta il cambiamento passa attraverso una flessione quindi un peggioramento della condizione del sintomo?
Questa è una domanda dalle mille sfaccettature la cui risposta più semplice dipende, perché dipende da caso a caso, dalla situazione specifica, dal singolo problema e dal singolo individuo.
Non è una cosa insolita nonostante ognuno di noi preferirebbe sedersi nella stanza di terapia e beneficiare immediatamente di un miglioramento, tuttavia, purtroppo, non sempre è così. Tantissime volte nella pratica medica nell’immediato di un trattamento si sta peggio, esattamente come quando si estrae un dente. Possiamo definire l’iniziale peggioramento come una flessione, la psicoterapia infatti talvolta determina un immediato miglioramento, talvolta un peggioramento e una flessione che tuttavia è richiesta perché devono essere scardinate le modalità e le radici disfunzionali del problema. Questo è necessario, spesso, per ripartire con un nuovo piglio ed in ottica migliorativa. Talvolta infatti è fondamentale riuscire a rimuovere completamente il problema quindi fare una tabula rasa per poi appunto ripartire gettando delle nuove basi più solide e positive.
Ciò che, dal mio punto di vista, è fondamentale è condividere la fase di flessione e peggioramento con il terapeuta in modo tale che venga affrontata e il paziente sia consapevole di questa possibilità e del ruolo che ha in funzione del miglioramento.