“Dottore, ma posso cambiare terapeuta?”
Questa è una domanda che spesso mi arriva dai social, in forme anche diverse: sono in terapia da tempo ma non ne comprendo l’utilità, sono bloccato\a su temi non affrontati, non ho feeling con il terapeuta ecc..
Indipendentemente da quale di queste premesse viene fatta il messaggio termina con: “posso cambiare terapeuta?”. La risposta breve alla domanda è “ovviamente sì”, il terapeuta è come un consulente che ti aiuta a risolvere un periodo, un momento, particolarmente opprimente o nel risolvere un sintomo che diventa invalidante. Lo psicologo è utile anche a fare ordine su tematiche esistenziali che non richiedono un tema specifico, per esempio comprendere come riorganizzare la propria vita.
Se la risposta breve è sì, puoi cambiare terapeuta, la risposta più completa comprende alcune considerazioni:
1. Con il terapeuta si deve parlare
Non è mai utile, né lato paziente, né lato terapeuta non affrontare il problema essendo il contesto terapico il luogo per eccellenza dove si affrontano i problemi. E’ fondamentale chiedere i propri perchè al terapeuta che potrebbe avere le risposte alle domande, risposte taciute per errore del terapeuta stesso.
2. Vedere la reazione del terapeuta
Il dubbio del paziente potrebbe essere lo stesso del terapeuta che accoglie le necessità del paziente. Il terapeuta stesso potrebbe avere spiegazioni efficaci e plausibili al perché, per esempio, non sono stati affrontati certi temi spiegando anche quando e come verrà fatto.
3. Il terapeuta può dare spiegazione del momento terapeutico che si sta vivendo
4. Se ottieni risposte che non ti piacciono, non ti convincono, non ti soddisfano a pieno puoi davvero prendere una decisione a seguito di ciò.
E’ diritto del paziente cambiare terapeuta, ci si deve però dare la possibilità di capire e di far funzionare bene il percorso. Dire esclusivamente, per esempio, “non è nato un feeling” dopo poco tempo è poco utile, diamoci tempo e la possibilità.