Perché le persone decidono di intraprendere un percorso di psicoterapia? Quali sono le motivazioni intrinseche alla base? Quali sono le origini di questo bisogno?
Per spiegare questo mi avvalgo della teoria di White ed Epston che sono i principali esponenti dell’approccio narrativo che dagli anni ’90 ha iniziato a sviluppare idee da un lato semplici e comprensibili ma al tempo stesso anche molto potenti.
I due autori sostengono che ognuno di noi è inserito in delle esperienze fatte di percezioni ed ognuno di noi è intrinsecamente portato a costruire un significato lineare di queste esperienze ed eventi. Ognuno di noi infatti attribuisce un proprio significato alle percezioni in modo tale da avere una visione di sé coerente, coesa, sufficientemente forte da farlo sentire un tutt’uno con l’idea che ha di sé stesso.
Il problema insorge quando le narrazioni che diamo di noi stessi, la nostra vita, non sono coerenti con le esperienze che viviamo quindi con le vicissitudini, gli esami, le prove che la vita ci mette davanti oppure nel momento in cui le narrazioni che noi diamo di noi stessi non sono coerenti con quelle che gli altri danno di noi, da questi due aspetti nasce il bisogno di terapia.
Il percorso terapeutico in questo senso è un tentativo di andare a rimodulare e rinarrare la propria storia in modo tale da trovare un senso, renderla nuovamente coesa. Il terapeuta aiuta la persona a riappropriarsi delle proprie esperienze, delle proprie percezioni in modo tale da renderla nuovamente protagonista.