“Mio figlio non vuole fare terapia” cosa fare?

“Dottore, mio figlio ha bisogno di aiuto ma non vuole intraprendere un percorso di terapia”.

 

E’ una domanda che ricevo spesso e porta a molte riflessioni. Innanzitutto se il ragazzoa è maggiorenne non lo si può obbligare, tanto meno è il professionista che può andare a recuperarloa a casa.

E’ importante rispettare la volontà stessa della persona che probabilmente è conscia del disagio ma non è ancora pronta ad accettarlo.

cosa si può fare?

come si può aiutare chi non è pronto ad essere aiutato?

 

E’ bene innanzitutto non cadere nel tranello dell’ambivalenza per cui il ragazzo è adulto per la legge ma non nella vita: questa è una terra di mezzo che determina dei rischi. Innanzitutto quello di delegare, adultizzare, il figlio e non riuscire ad aiutarlo per come un ragazzo ha bisogno. All’opposto c’è il rischio di considerarlo ancora bambino e non considerare nemmeno la differenziazione e autonomizzazione che la fascia d’età 1819 anni prevede.

Quando ci si accorge del confine labile tra autonomia e dipendenza ed il ragazzo non riesce a farsi aiutare il primo step da considerare è farsi aiutare come genitori o come famiglia. 

Ci sono molti approcci e strategie che possono essere utilizzate quando è la coppia genitoriale, o un genitore, a prendersi carico di questa responsabilità. Si chiama terapia in contumacia: colui che porta il disagio non presenzia nella stanza, oltretutto, attraverso la terapia stessa si modifica il mondo attorno a colui che porta la difficoltà e non è presente.

Quando un ragazzo non è disposto a chiedere aiuto avere nella stanza di terapia i genitori diventa uno strumento potete:

  • i genitori si assumono la responsabilità genitoriale;
  • lascia il ragazzo libero;

La terapia in contumacia prevede che il sistema famiglia si muova e permetta di innescare il cambiamento, non delegando o attribuendo la responsabilità ad un bambino eo ragazzo. 

 

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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