Come si Chiude la Psicoterapia
In molte occasioni, mi sono concentrato su come trovare il terapeuta giusto, su come rendere efficace la propria psicoterapia e su come funziona la fase di consultazione. Oggi, voglio affrontare un altro aspetto fondamentale: come avviene la chiusura della psicoterapia. Questo processo varia notevolmente a seconda del paziente, del terapeuta e del tipo di terapia svolta. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche comuni che possono aiutare a comprendere meglio questo momento cruciale.
La Premessa Teorica
Prima di addentrarci nei dettagli, è importante specificare che mi riferisco a terapie ritenute efficaci sia dal punto di vista del terapeuta sia da quello del paziente. In altre parole, entrambe le parti sentono che è giunto il momento di chiudere il percorso. È normale che sia uno dei due, terapeuta o paziente, a proporre la chiusura, ma generalmente c’è un accordo condiviso sul fatto che la terapia stia per concludersi.
Step della Chiusura della Terapia
Il primo passo nella chiusura della terapia è la dilatazione degli incontri. Se, ad esempio, la terapia aveva una cadenza settimanale o quindicinale, durante la fase di chiusura si fissano due o tre colloqui con una cadenza mensile. Questo permette di fare un bilancio complessivo del percorso.
Durante questi incontri si valuta:
- Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato.
- Cosa è necessario ancora modificare o aggiustare.
- Cosa è stato particolarmente efficace per il paziente e cosa non ha portato vantaggi.
- Cosa il paziente ha capito di sé e come può affrontare eventuali ripresentazioni future della problematica che lo ha portato in terapia.
Questa fase di bilancio, accompagnata dalla progressiva dilatazione degli incontri, è cruciale per consolidare i progressi fatti e per prepararsi alla chiusura definitiva.
Chiusura e Follow-Up
Dopo questi incontri mensili, si arriva al momento della chiusura definitiva della terapia. Tuttavia, non è l’ultima volta che terapeuta e paziente si vedono. Solitamente, avviene un incontro di follow-up a sei, sette o otto mesi di distanza. Questo non è una riapertura della psicoterapia, ma un secondo colloquio di chiusura fatto a distanza di tempo. Serve a verificare:
- Quali cambiamenti si sono consolidati.
- Quali cambiamenti si sono innescati.
- Quale percorso ha seguito il paziente durante questa fase di latenza tra la chiusura effettiva della psicoterapia e l’incontro di follow-up.
L’incontro di follow-up è una pratica adottata solo in alcuni percorsi, specialmente quelli più brevi o su tematiche che non richiedono tale verifica. Tuttavia, dal mio punto di vista, è sempre vantaggioso farlo sia per il paziente sia per il terapeuta. Questo incontro permette di consolidare i cambiamenti avvenuti nel tempo e di affrontare eventuali nuove domande o dubbi che potrebbero essere emersi.
Conclusione
La chiusura della psicoterapia è un processo delicato e importante. Avere un colloquio a lunga distanza, una volta chiusa la terapia, è utile per rispondere ad alcune domande che inevitabilmente sorgono. Questa struttura, secondo me, dovrebbe caratterizzare ogni chiusura di una terapia considerata efficace: due o tre incontri con una cadenza più dilatata rispetto al solito (solitamente mensile o ogni cinque settimane) e un incontro di follow-up a sei, sette o otto mesi di distanza. Questo, ovviamente, dipende dal terapeuta, dal paziente e dal tipo di terapia svolto.
Chiudere una terapia in modo efficace è tanto importante quanto iniziarla. È un momento di riflessione, bilancio e consolidamento dei progressi fatti, e dovrebbe essere gestito con la stessa attenzione e cura che caratterizzano l’intero percorso terapeutico.