“Dottore non sono sicuro di aver bisogno di una terapia e non sono sicuro che il mio problema sia sufficientemente grave e non sono neanche sicuro che il mio problema possa essere risolto attraverso un percorso di terapia”.
Questa è una domanda che molti si pongono la cui risposta non è mai univoca e generale: cosa fare?
La prima risposta che tendenzialmente io do a questa domanda è “non lo so nemmeno io se questo è il momento più utile per te per effettuare una terapia“.
Ci sono situazioni, come durante un periodo di attacchi di panico importanti, in cui iniziare un percorso di terapia è sicuramente una buona scelta. Ci sono poi altre situazioni, per esempio per problemi esistenziali, in cui non si ha la certezza che sia il momento giusto per iniziare e nemmeno il terapeuta, prima d’effettuare qualche colloquio, ne è a conoscenza.
E’ per quest’ultimo motivo che s’inizia sempre attraverso un percorso di consultazione che consiste in 34 incontri fondamentali per definire il problema e quale tipo di lavoro verrà effettuato.
Durante la consultazione terapeuta e paziente collaboreranno per comprendere in maniera focalizzata il problema stesso e capire come questo s’incastra nel contesto di vita e in altri ambiti.
L’obiettivo della fase di consultazione generalmente è:
Definire il problema
Comprendere gli incastri nelle aree di vita
Unire i puntini che collegano il problema alle aree di vita
Approfondire le vie percorribili per affrontarlo
Definire una fase di restituzione
E’ solo attraverso questo processo, che si conclude con una fase, un colloquio, di restituzione che si comprendere se è utile o meno un percorso di terapia, spesso infatti il lavoro si conclude alla fase di consultazione stessa oppure si comprende la necessità di un’inizio di una terapia.