Terapia di coppia: risorsa o ultima spiaggia?

Spesso ci si chiede se la terapia di coppia debba essere considerata un’ultima spiaggia o, piuttosto, un punto di partenza. Iniziamo col dire che no, non deve mai essere l’ultima spiaggia ma certamente neanche la prima: quando una coppia inizia a vivere la relazione non deve rivolgersi ad un terapeuta ed è anche possibile che non debba farlo mai per tutta la durata della stessa. Ovviamente però il rischio di considerare la terapia di coppia come ultima spiaggia porta con sè un fallimento.

Cosa si può fare in terapia di coppia? Si possono migliorare moltissimi aspetti: la comunicazione, la sfera sessuale, i rapporti con le famiglie di origine, la qualità genitoriale nei confronti dei figli ma si possono anche ridurre la conflittualità e si può addirittura pianificare una separazione, senza che si verifichino i conflitti che solitamente si generano quando la coppia è lasciata in balia di se stessa ad affrontare uno scoglio così grande. Inoltre si possono superare momenti molto duri come lutti e tradimenti.

Posto questo, se la terapia di coppia viene utilizzata come ultima spiaggia si verificano due problemi: il primo è che i due partner hanno già tentato una serie di soluzioni e tendenzialmente queste hanno fallito e hanno, anzi, cronicizzato il problema su cui quindi la terapia non riesce ad agire in modo sufficientemente efficace; il secondo è che la coppia tende a delegare la propria felicità al terapeuta, mossa insensata. Infatti il grande lavoro è della coppia, non del terapeuta! Per suo tramite i due riscoprono strategie e risorse che in un primo momento li hanno uniti per poi scomparire.

La terapia deve essere iniziata quando la coppia, dopo aver provato alcune strategie, si rende conto di non farcela da sola. Se il problema viene cronicizzato allora la terapia potrebbe essere efficace ma la sua efficacia è già ridotta in partenza. E in questo caso chi ha fallito? La coppia o la terapia? Chiedere aiuto è una risorsa, farlo al momento giusto è fondamentale.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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