Parliamo della separazione e di come questa implichi una riorganizzazione, sia in termini individuali, che in termini genitoriali, soprattutto nel momento in cui vengono coinvolti dei figli minori.
La separazione porta con sé tanti sentimenti, anche molto contrastanti tra loro; principalmente c’è una sensazione di amarezza, di negatività, una sensazione di fine, di fallimento di un progetto. Di fronte a questo però ci si deve (in qualche modo) riorganizzare, si deve capire cosa mantenere e cosa cambiare, cosa modificare e cosa riadattare.
Si deve soprattutto riflettere e distinguere le proprie aree “individuale” e “genitoriale”. Questo è, del mio punto di vista, l’aspetto fondamentale. Parlo della distinzione delle due aree, genitoriale e individuale, poiché è vero che con la separazione si smette di essere coppia, di essere partner, ma non si finisce di essere genitori.
il problema è che invece, molto più spesso di quanto viene detto, queste due aree sono considerate un tutt’uno, sia durante la relazione, che una volta avvenuta la separazione. Questo atteggiamento genera delle grandi confusioni.
Il concetto principale è che di fatto nel momento in cui ci si separa l’individuo single deve imparare ad essere un 100 da solo, cosa che invece prima era con l’altro, ma deve continuare ad essere 100 insieme all’altro per quanto riguarda la sfera genitoriale.
Essere coppia richiede e permette di essere un 100, un intero, nella relazione con l’altro. Essere genitori lo stesso. Quando ci si separa il primo 100, quello dell’individuo va colmato, ricostruito e riscoperto da soli. Il secondo 100, quello genitoriale, va comunque mantenuto con l’altro.
Faccio un esempio: all’interno della coppia c’è sempre una distinzione di ruoli e di mansioni. Ad esempio agli uomini solitamente viene deputata tutta la parte di cura dell’auto, del giardino, etc. Quindi nel caso in cui ci fosse da cambiare l’olio dell’auto, la moglie dirà al marito “ho visto che si è accesa questa spia per favore pensaci tu”. In questo caso si è un 100 insieme, nel senso che la moglie ottiene il soddisfacimento di un suo bisogno, risolve un suo problema, quello dell’olio dell’auto, attraverso il marito. Durante la separazione questa cosa non è (e non deve essere) più possibile, la persona deve riuscire ad essere un 100 da sola, deve farsi carico e sopperire al mancato aiuto dell’altro per quanto riguarda tutti i suoi bisogni. Deve essere capace di stare totalmente in piedi per i fatti propri.
Questo discorso però, dal punto di vista genitoriale non funziona, non può esistere. E’ vero, la coppia finisce, ma l’aspetto genitoriale, la funzione genitoriale, no! Si può (e si deve) continuare ad essere un 100 insieme.
Essere 100 in coppia genitoriale ha senso, a differenza invece di quante volte sento dire “adesso che siamo separati ognuno si deve gestire i figli per i fatti propri, in autonomia”. Ha senso avere delle funzioni diverse, delle caratteristiche diverse, delle modalità diverse e assolvere dei bisogni diversi nella relazione con i figli.
Nella separazione il punto di vista individuale implica la necessità di doversi riorganizzare in termini di intero (di 100). E’ importante riacquisire e riportare in sé tutta una serie di funzioni che invece prima erano delegate all’altro.
Dal punto di vista genitoriale questo deve succedere meno, nel senso che l’altro continua ad esserci (o così dovrebbe essere) per quanto riguarda l’assolvimento della funzione genitoriale e quindi si può essere 100 insieme, in termini genitoriali, nonostante la separazione.
Molte coppie riescono a trovare un buon equilibrio nella nella separazione, per quanto questo sia possibile a fronte delle grandi sofferenze che spesso questa comporta, perché riescono a mantenere le due aree distinte. Le caratteristiche materne e quelle paterne non vengono diffuse o acquisite dall’altro, ma vengono mantenute distinte, così da poter essere complementari nei confronti dei figli.
Prima si riesce a capire questo, prima è possibile riuscire a riorganizzarsi con successo a fronte di una separazione.
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Ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, con successiva specializzazione in psicoterapia presso lo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Svolgo la mia attività come professionista dal 2011 e mi occupo di percorsi di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e familiare.
Dirigo uno studio di psicologia a Seregno, oltre ad altri 6 centri in provincia di MB, Lecco e Como.