Quanto è importante essere complementari nella relazione di coppia?

Qualsiasi relazione può essere considerata piena nel momento in cui prevede la complementarietà.

La complementarietà può però diventare un rischio quando risulta essere o troppo rigida e/o statica.

Tutti noi all’interno della relazione, giochiamo dei ruoli e questo prevede che si debba fare qualcosa per soddisfare l’aspettativa dell’altro e viceversa.

Queste aspettative possono essere costruite all’interno del rapporto oppure possono essere socialmente determinate. Ad esempio, è verosimile credere che in una famiglia, il marito è deputato a portare giù la spazzatura, pagare l’assicurazione etc. mentre la moglie a fare la spesa, etc. Questi sono i ruoli socialmente determinati e prevedono una complementarietà.

Si tratta di una suddivisione che rende tutto abbastanza semplice, dove i compiti sono poco rilevanti e non hanno a che fare con l’equilibrio della coppia.

Quando però questa complementarietà è riferita ad alcuni ambiti della vita, come ad es. la suddivisione fra chi lavora e chi sta a casa, allora può diventare pericolosa. In questo caso la complementarietà determina una non autonomia dove l’altra persona non è una spalla, ma una gamba e, se viene meno, non si è più capaci di stare in piedi da soli.

La complementarietà è positiva fintanto che una funzione non è completamente delegata, altrimenti una netta suddivisione può evolvere in un vincolo stagnante e determinare una insoddisfazione e non realizzazione personale.

Pertanto la divisione dei ruoli e la complementarietà è importante a patto che non sia totalizzante ma qualcosa che possa potenziare una persona attraverso l’altra.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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