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Quando la motivazione e la conseguente giustificazione del tradimento sono parte integrante del problema stesso?

Nella terapia di coppia il tema del tradimento è uno dei più affrontati. Ultimamente il tradimento ha assunto una connotazione sociale molto diversa rispetto al passato, non che prima non si tradisse, adesso tuttavia è possibile parlarne con una maggiore libertà e sembra che, ad oggi, tutti abbiano tradito o abbiano sognato di farlo.  Probabilmente era così anche in passato, la differenza è che ora se ne può parlare in una maniera diversa. Capita che quando faccio terapia io chieda quale fosse il presupposto che ha generato un tradimento e quali sono poi le motivazioni e le giustificazioni. Nel percorso che si fa con le coppie molto spesso il tentativo di ristabilire un equilibrio passa necessariamente dalla comprensione delle motivazioni che hanno determinato il problema.  In alcuni casi, più rari, si può lavorare anche per una separazione dignitosa per entrambi, però ciò non toglie che motivazioni e giustificazioni debbano essere necessariamente approfondite.

Ultimamente, mentre avevo in terapia una coppia, il traditore avanza una serie di ipotesi, alcune più fantasiose di altre, nel tentativo di giustificare quello che ha fatto. Ciò che egli dice è riferito ad una specie di teoria naturale-evoluzionistica un qualcosa di darwiniano che suona più o meno così: l’uomo di fatto è un animale, è un mammifero e non c’è nemmeno un mammifero in tutto il mondo, in tutta la natura, che di fatto è monogamo. Dai delfini, gli scimpanzé, passando per le marmotte, non c’è neanche un mammifero che è fedele quindi la poligamia è l’aspetto più naturale e la monogamia in un qualche modo è contro natura.

Questo ragionamento va ovviamente ad appiattire ed impoverire il significato del gesto nel tentativo di andare a giustificare ciò che è stato fatto si rischia di far perpetrare questo comportamento.  Nel momento in cui una persona trova giustificazioni morali di questo tipo corre il rischio grave di poter agire nuovamente e ripetutamente il comportamento stesso, incurante poi di quello che può suscitare nel partner soprattutto rispetto al carico morale e di dolore sentimentale che questo va a creare. Questa persona mi dice:” Ma come dottore ho appena spiegato tramite Darwin che questo di fatto è un comportamento naturale, non riesco a capire perché continua a farmi tutte queste domande”.

A mio parere, quella Darwiniana proposta dal paziente, è una spiegazione semplicistica, comoda, che impoverisce gravemente i presupposti di un possibile riequilibrarsi e ricominciare la relazione quindi il cammino verso una riscoperta e ritrovata felicità.  Se noi guardiamo il mondo è pieno di cose contro natura è pieno di cose artificiali, i grattacieli sono contro natura, il sistema economico e contro natura, alcune pratiche mediche sono contro natura, la metropolitana è contro natura, l’inquinamento è contro natura eppure in tutti questi casi l’uomo, un mammifero, quindi un animale, non ne dovrebbe aver bisogno. Quando il traditore utilizza la teoria darwiniana per motivare il tradimento allo stesso tempo però è anche evoluzionista, dal punto di vista dei trasporti per esempio, del sistema economico già citato prima quindi la differenza e la povertà di questo ragionamento è un rischio enorme in funzione della necessità di instaurare un nuovo equilibrio poiché l’uomo è determinato ed è caratterizzato da due elementi che gli altri mammiferi non hanno: il raziocinio e la morale. Queste potrebbero essere contro natura ma fanno comunque parte di noi quindi è difficile credere che una spiegazione di questo tipo possa essere risolutiva.

Smettiamo di utilizzare questo tipo di ragionamento, soprattutto nel tentativo di andare a ricostruire e cerchiamo di partire dal presupposto che, di fatto, le nostre scelte hanno un peso e di questo peso dobbiamo farcene carico, dobbiamo assumerci la responsabilità dell’atto.  Quindi nel momento in cui ci si trova ad affrontare un tradimento non utilizziamo delle strategie semplicistiche poiché come questa possono essercene ovviamente delle altre, queste inevitabilmente abbassano il livello di complicità, il livello di benessere all’interno della coppia stessa. Nel breve periodo possono sminuire la gravità dell’atto stesso ma nel lungo periodo impediscono la creazione di un terreno fertile in cui ricostruire il legame.

Psicologo ComoDr. Matteo Radavelli – Psicoterapeuta e Psicologo Como
Via Dante Alighieri 95, 22100 Como CO
+393479177302
info@matteoradavelli.it

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo ad orientamento sistemico relazionale, ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, con successiva specializzazione in psicoterapia presso lo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Svolgo la mia attività come professionista dal 2011 e mi occupo di percorsi di psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia e familiare.

Dirigo uno studio di psicologia a Como e provincia (Cantù) oltre che in provincia di Lecco e Monza Brianza

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