L’insicurezza personale impatta sulla coppia?

“Dottore come le insicurezze personali impattano sulla coppia e quali possono essere i loro esiti e le loro derive?”. Partiamo da questo presupposto che la coppia è una nuova entità rispetto ai singoli ed è chiaro che tutto parte da lì cioè prima di tutto da due  individui che si combinano, si compongono, iniziano a vibrare insieme in funzione di un obiettivo comune, di un’ambizione, un desiderio, una prospettiva migliore; non ci sono più solo i due individui ma un qualcosa di più, qualcosa di co-costruito insieme che assume il nome di coppia.

Finita la fase dell’innamoramento ci troviamo nella fase dell’amore, cioè quella in cui abbiamo scelto di stare insieme, abbiamo trasformato e fatto evolvere l’innamoramento stesso e iniziamo a ragionare su quali potrebbero essere le prospettive future e poniamo dei presupposti, poniamo le fondamenta della relazione. È qui che poi, calmatosi il turbinio dell’innamoramento, iniziano ad emergere potenziare i dubbi potenziali, criticità, potenziali caratteristiche individuali che magari non si sono perfettamente combinate insieme alle caratteristiche dell’altro e quindi in questo caso parliamo di insicurezze, in altri casi potremmo parlare ad esempio di altri tratti caratteriali e comportamentali o altre caratteristiche che ciascuno di noi ha è che non benissimo si combinano con l’altro.

Per quanto riguarda il tema dell’insicurezza è chiaro che è un tema a due vie: può avere una origine individuale cioè un’origine propria, legata alla storia o al passato della persona stessa, oppure essersi generata all’interno della relazione stessa, perché uno dei due partner ha dato motivo all’altro ad esempio di non fidarsi o di sviluppare questo tipo di insicurezza.

Parliamo di quando l’insicurezza è pregressa rispetto alla coppia, cioè di quando una persona si sente insicura già di suo per dei motivi suoi e porta questa insicurezza all’interno della coppia stessa: quali possono essere gli esiti? Diciamo che ci possono essere diverse possibilità: innanzitutto c’è da chiedersi se e come questo tratto nostro di insicurezza lo abbiamo mai manifestato all’altro e se l’altro effettivamente era conscio di questo nostro tratto già nel momento in cui è iniziata la relazione e come rispetto questo si è composto, si è combinato, cioè che senso ha per noi mostrare questa insicurezza, che comportamento suscita nell’altro/a, diventa protettivo, diventa accudente, anticipa talvolta alcuni nostri bisogni in modo tale da farci stare sereno? In questo caso allora possiamo dire che l’insicurezza diventa un canale di comunicazione, diventa un fattore all’interno della coppia tramite il quale la coppia è anche in grado di meta comunicare, cioè tramite la mia capacità di comprendere la tua insicurezza (e quindi anticipando anche il tuo bisogno di essere rassicurato/a) io dimostro il mio interesse nei tuoi confronti. Il problema è la possibile degenerazione che questa insicurezza assume, cioè generare una qualche repulsione da parte del partner, che si sente ad esempio investito di una responsabilità che non vuole avere, o nel momento in cui dopo una prima fase accudente il partner si scoccia, perché non vede un’evoluzione nel nostro livello di insicurezza che anziché mitigarsi, ridursi, restringersi si amplifica, proprio perché vogliamo sempre di più. Questa è la degenerazione principale, cioè nel momento in cui l’insicurezza viene gestita solo in maniera eterodeterminata, cioè la persona insicura non cerca di lavorare sulla propria insicurezza ma delega all’altro la responsabilità di accoglierla, la responsabilità di dire “bene io ho questo problema ora tu me lo deve risolvere, tu tramite il tuo comportamento, il tuo atteggiamento e il tuo fare in qualche modo devi andare ad anticipare questo bisogno”. Il partner magari è disposto effettivamente a farlo ma si risente nel momento in cui vede che questo lavoro è un lavoro che sta facendo in maniera individuale, è l’unico che, nonostante essendo in due sulla barchetta sta remando, perché non vede che la persona insicura sta lavorando a sua volta per sistemare questa insicurezza. La persona insicura tende a diventare ancora più insicura, tende a diventare ancora più incalzante, tende a diventare ancora più richiestiva, inquisitoria e quindi a quel punto si genera una potenziale deriva, per la quale da un lato chi aveva imparato a rispondere all’insicurezza smette di farlo, proprio perché è risentito di fare questo lavoro in autonomia, e dall’altro chi invece era insicuro si sente in qualche modo tradito.

Ora ci sono tante vie per risolvere questo tipo di problema all’interno di una coppia. La prima è sicuramente il dialogo, dopodiché ci si può rivolgere ad un terapeuta che può cercare di capire quali sono le responsabilità reciproche ma il fatto, il segreto, il passaggio fondamentale, la condizione sine qua non per cui questa cosa può essere gestita è proprio far sì che non venga affrontata individualmente ma venga affrontata in coppia e che il problema non venga delegato all’esterno. Da un lato chi è insicuro deve lavorare sull’oggettività, cioè deve riuscire a comprendere progressivamente che al partner attuale non possono essere fatte pagare le colpe dei partner passati o del proprio passato, quindi deve fare prima di tutto un lavoro su se stesso/su se stessa per riuscire a comprendere questo; dall’altro ci si deve aspettare inevitabilmente che il partner invece sia in grado di comprendere questa insicurezza; tramite l’unione e la collaborazione l’insicurezza può essere trasformata in una risorsa proprio perché diventa un canale di meta comunicazione della coppia stessa in cui reciprocamente ci prendiamo cura dell’altro.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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