Oggi parliamo della sindrome dell’impostore, non è una sindrome presente sui manuali diagnostici classici della clinica. Questo è un problema che solitamente si presenta in un contesto lavorativo ma che trova il suo risvolto anche all’interno soprattutto delle relazioni di coppia o delle relazioni amicali. Come dice il termine stesso questa sindrome prevede che la persona che la vive si senta un impostore, un truffatore, un ladro e si senta occupare un posto che non percepisce come proprio, come legittimamente proprio, perché pensa di averlo sottratto e rubato a qualcun altro. La sindrome ha diversi sintomi e diverse caratteristiche, la principale è l’incapacità di godere e di attribuire a sé stessi la responsabilità dei propri successi. La persona con questo disturbo teme di poter essere improvvisamente e irrimediabilmente smascherata come impositore rispetto al contesto lavorativo che si occupa. Le giustificazioni che vengono date a sé stessi rispetto ai successi ottenuti possono essere legate alla fortuna, al tempismo, alla sopravvalutazione da parte degli altri all’utilizzo di condotte magari non particolarmente lecite per esempio “rubacchiare qua e la” cosa che ha portato al successo. In queste situazioni si pensa a tutto tranne che al proprio merito e alle proprie abilità e competenze. Si sviluppa soprattutto in persone che hanno già acquisito una certa responsabilità e un certo successo quindi si trovano a vivere una condizione di sindrome dell’impostore perché temono di non essere all’altezza del compito attribuito e di non avere competenze, quindi di essere improvvisamente smascherati. Questo può essere esteso anche ad altri contesti dove magari gli ottenimenti non sono necessariamente in termini di posizione, di ruolo o di carriera, come per esempio le relazioni amicali o sentimentali. In queste situazioni c’è chi fa fatica ad attribuirsi il merito di aver costruito una buona famiglia, una relazione di coppia felice e di avere figli che ama perché non sente a posto perché non è capace di vedere il proprio merito ad esempio nell’ottenere appunto questi successi ma si sente scomodo, un impostore, crede che questo posto ottenuto possa essergli improvvisamente tolto, potrebbe essere smascherato, umiliato e le persone vicine potrebbero davvero vederlo per quello che lui crede quindi un “buono a nulla”, una persona non degna, non meritevole.
Chi vive questa situazione vive malissimo, non riesce a vedere quali sono i meriti nell’avere costruito una relazione di coppia ad esempio basata sulla fiducia appagante o una bella famiglia e continua a vivere uno stato di tensione che di fatto porta a frenarsi e non lasciarsi mai andare, non vivere al meglio quelle situazioni che invece potrebbe vivere al meglio. Vivere sottotono, spesso con troppa accondiscendenza verso i figli e il partner, con la costante paura di essere scoperti non fa altro che innescare il meccanismo della profezia che si auto avvera. Il comportamento non fa altro che innescare il meccanismo della profezia che si auto avvera, la persona e il suo atteggiamento di fatto lavorano affinché la situazione, il rapporto, peggiorino e non siano soddisfacenti.
Prova quindi a chiederti se quello che hai è anche ciò che pensi di meritarti e se effettivamente stai lavorando per riconoscerti questo valore e per continuare a costruire dell’altro.