Ti sei mai chiesto o chiesta se ti trovi o ti sei trovato/a all’interno di una relazione tossica? Benissimo. In questo articolo, un po’ diverso dal solito, andiamo a vedere una sorta di checklist che ti permette di capire se sei trovato/a o trovata/o o ti trovi all’interno di una relazione tossica.
C’è una sorta di mantra rispetto alle relazioni tossiche e mi piace sempre ripetere, se hai visto il webinar, corsi, eccetera, probabilmente hai già sentito il concetto. È infatti questo il modo migliore, più lucido e chiaro, per capire se si trovi all’interno di una relazione tossica: è capire se i momenti di sofferenza, fatica, crisi sono maggiori dei momenti felici. Questa è una cosa molto semplice ma alla quale spesso non prestiamo attenzione; ci costringiamo ad una vita di fatiche, una vita di sofferenza, da un punto di vista emotivo, per qualche piccolo spazio momento di felicità. Bene, probabilmente è una relazione tossica. Le relazioni felici sono connotate principalmente da una condizione di benessere, di felicità, di gioia e, talvolta, dei momenti di crisi, non viceversa.
Ora vediamo una checklist molto semplice, molto chiara che però ti permette di capire se effettivamente ti trovi o meno in una relazione tossica, magari farti nascere qualche idea, qualche campanellino, qualche allarme all’interno della testa per dire: “Attenzione, ci sono delle cose che devo modificare”.
Partiamo a bomba, punto numero uno: mancanza di rispetto. Mancanza di rispetto è soggettivo, può essere qualunque cosa per qualunque persona, nel senso che ognuno ha la sua idea di rispetto. Ti faccio degli esempi: urla, insulti, atteggiamento aggressivo, continue critiche sul come parli, come ti vesti, come ragioni, come pensi, eccetera, eccetera; cioè attacchi diretti alla persona, volti a una qualche minaccia o denigrazione.
Punto numero due: gelosia e controllo eccessivi, rendere conto su cosa devi fare, perché lo devi fare, giustificare le tue azioni, giustificare i tuoi comportamenti, dare prova di essere stato/a in questo luogo con queste persone e via discorrendo.
Punto numero tre: manipolazione, imposizione di regole apparentemente bizzarre che diventano per noi la normalità, imposizione di regole ovviamente dal partner: non puoi avere amici del sesso opposto, quindi non puoi avere amiche donne, non puoi avere amici uomini, non puoi fare questa cosa, non puoi andare più in discoteca ora che siamo all’interno della relazione; se tu puoi dimostrare di amarmi, allora non devi fare questa cosa, cioè tutto ciò che in un qualche modo ha a che fare o con il ricatto emotivo o con la privazione.
Punto numero quattro: comunicazione con accezione negativa cioè assenza di comunicazione, di dialogo all’interno della relazione, o ancora peggio, impossibilità e incapacità, sensazione di disagio nel poter parlare dei propri emozioni, dei propri sentimenti, dei propri pensieri, per paura di essere frainteso/a, criticato/a, vessato/a, cicli di abuso, esplosioni di rabbia, litigate furibonde, violenza, ad esempio, da un punto di vista verbale; mi auguro mai da un punto di vista fisico, alternate da momenti di grandi scuse né grandi e presunti cambiamenti per poi ritendere puntualmente sempre alla stessa posizione, sempre alla stessa condizione.
Punto numero cinque: disagio psicologico, depressione, ansia, sensazione di insicurezza, sensazione di angoscia. Cioè ti rendi conto che nel momento in cui sei con questa persona, subentrano in te tutta una serie di emozioni, sensazioni, sintomi con accezione negativa. L’ansia è non l’ansia di vederlo, vederla, ok ho voglia di vederlo, vedere, non vedo l’ora, sono in ansia perché tanto che non ci vediamo; l’ansia del dire “speriamo che oggi vada tutto bene, devo stare zitto/a, non devo dire questa cosa perché altrimenti poi succede quest’altro, speriamo che oggi sia di buon umore, che non rovini la giornata, che non faccia l’ennesima scenata mentre siamo con amici”, eccetera, eccetera.
Punto numero sei: isolamento sociale, ossia quando le manipolazioni e i divieti diventano totali, cioè si deve vivere in funzione di soddisfacimento dei bisogni dell’altro. Punto numero sette: mancanza di compromesso, fa riferimento al punto precedente, ovvero la impossibilità di far valere la propria opinione o di trovare la persona dall’altra parte aperta alla costruzione di un dialogo e alla creazione di una realtà comune basata sul soddisfacimento reciproco. La relazione funziona solo nella misura in cui tu lavori per rendere appagante la relazione all’altro e non viceversa.
Questi sono solo alcuni punti inerenti a questo vastissimo tema, questa è una sorta di checklist, come ho detto all’inizio, una sorta di articolo dove volevo mettere in fila tutta una serie di caratteristiche, tutta una serie di elementi che, dalla mia esperienza clinica, hanno a che fare con delle relazioni tossiche e che molto spesso le persone non vedono. Tolte ovviamente la violenza fisica, che dovrebbe essere scontata, questa checklist ha un po’ l’obiettivo di aiutarti a capire qual è il livello, il grado di benessere o di potenziali tossicità che stai vivendo all’interno della relazione e sulle quali ovviamente è possibile intervenire. Metti a fuoco cosa non funziona e metti a fuoco su cosa vuoi lavorare. A presto.