Oggi parliamo di disturbi di personalità, facendo riferimento a cosa sono, quali sono e quali vengono quindi individuati dai principali manuali diagnostici.
La personalità è un insieme di pensieri, di emozioni, di comportamenti che rende ogni persona unica, incide su come la persona funziona nel mondo, nelle relazioni sociali ed anche rispetto all’immagine che ognuno ha di se stesso. Principalmente inizia a formarsi nella primissima infanzia ed è un mix tra un insieme di esperienze che vengono fatte ed un insieme di caratteristiche di tipo ereditario, al fine di portare la persona a sviluppare dei tratti, quindi delle caratteristiche più o meno stabili, che poi va ad applicare nei diversi contesti. Questi tratti sono anche i responsabili dei problemi dei disturbi di personalità.
COSA VUOL DIRE UN DISTURBO DI PERSONALITÀ?
Il disturbo insorge nel momento in cui i tratti diventano disfunzionali per il funzionamento della persona, ossia diventano, ad esempio, eccessivamente rigidi, immodificabili, al punto che determinano una compromissione del benessere della persona all’interno della società in cui vive.
Essenzialmente, i disturbi della personalità condividono tutti quattro caratteristiche principali, che sono: una distorsione del pensiero, una difficoltà nella reazione dal punto di vista emotivo, nel controllo degli impulsi e delle difficoltà dal punto di vista interpersonale.
I manuali diagnostici individuano principalmente 10 disturbi di personalità, e viene stimato che circa il 10 per cento della popolazione mondiale ne soffra. Ovviamente, questa è una stima, e la percentuale varia da popolazione a popolazione, dalla regione nel mondo e così via. Complessivamente, comunque, i disturbi di personalità riconosciuti a livello mondiale sono dieci, e vengono suddivisi in tre diversi cluster, diverse categorie, che di fatto accorpano i disturbi di personalità più simili tra loro.
Questi cluster sono di tipo A, ossia legato a dei comportamenti strani, bizzarri, anche eccentrici, cluster tipo B, legato invece a dei comportamenti più di tipo drammatico, soprattutto dal punto di vista sociale e anche in questo caso eccentrici, e cluster c, legati a comportamenti di tipo ansioso o inibito. Per chiarezza, diciamo che nel cluster tipo A, quindi quello legato a comportamenti di tipo strano piuttosto che bizzarro/eccentrico, sono inseriti il disturbo paranoide, il disturbo schizoide, il disturbo schizotipico, mentre nel cluster B, quindi quello legato più a comportamenti di tipo drammatico, ed anche in questo caso di tipo eccentrico, fa riferimento il disturbo di personalità antisociale, al disturbo borderline, al disturbo narcisistico, il disturbo istrionico, che sono dei disturbi anche più frequenti; il cluster c invece è legato a comportamenti di tipo mafioso, piuttosto che inibito, quindi fa riferimento a disturbi di personalità dipendente e al disturbo di personalità ossessivo compulsivo.
In questo articolo non mi sono soffermato a spiegare ogni singolo disturbo di personalità, a parte il cluster A i restanti hanno dei nomi evocativi del tipo di caratteristiche che comportano. Il disturbo antisociale per esempio indica facilmente le caratteristiche di cui è composto.
La diagnosi di tale disturbo è effettuata attraverso l’utilizzo di un manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il disturbo deve avere determinate caratteristiche affinché sia considerato tale. Il disturbo di personalità infatti prevede, in generale, o una compromissione dal punto di vista cognitivo, emotivo, del funzionamento sociale e del controllo degli impulsi. Questi è necessario siano gravi al punto che compromettono il funzionamento lavorativo, affettivo, interpersonale e quotidiano.