Definizione di sindrome dell’abbandono

La sindrome dell’abbandono, detta anche sindrome dell’abbandono emotivo, descrive un’insieme di reazioni sia emotive che psicologiche derivanti da una situazione di abbandono o allontanamento. Tali reazioni si avvertono quando si viene respinti da qualcuno particolarmente significativo come un genitore, una figura di riferimento oppure un partner romantico. 

La sindrome d’abbandono nei bambini si riferisce a tutte quelle reazioni emotive e\o psicologiche che vengono sperimentate quando i piccoli avvertono trascuratezza, abbandono, sensazione di essere respinti dalle figure principali di attaccamento. Queste sensazioni, come vedremo meglio, possono essere generate da diversi fattori di rischio concatenati come la negligenza, la separazione dei genitori o la perdita di uno di essi. La mancanza di una figura di riferimento sicura e stabile è anche un fattore di rischio importante per lo sviluppo della sindrome da abbandono nei bambini.

I sintomi della sindrome dell’abbandono nei bambini possono variare a seconda dell’età e delle circostanze individuali, ma possono includere:

  • Ansia e paura costanti di essere lasciati o separati dai genitori.

  • Comportamenti di attaccamento insicuro, come aggrapparsi in modo eccessivo ai genitori o evitare il contatto fisico.

  • Bassa autostima e inadeguatezza 

  • Difficoltà nel mantenere relazioni 

  • irritabilità e rabbia 

  • Poca fiducia e ipervigilanza 

  • Difficoltà di concentrazione (compromissione prestazioni scolastiche) 

  • Sintomi fisici (mal di stomaco, mal di testa, disturbi del sonno). 

La paura di essere abbandonati influisce inevitabilmente sulla formazione dell’attaccamento con la figura principale. La paura che i bambini vivono a fronte di un costante timore di essere abbandonati può concorrere a sviluppare strategie di attaccamento specifiche per cercare di evitare tale abbandono. Ad esempio, un bambino potrebbe sviluppare uno stile di attaccamento evitante, cercando di mantenere una distanza dalla figura di riferimento per evitare il rischio di essere lasciato. Al contrario, un bambino potrebbe manifestare un attaccamento ambivalente, esprimendo un bisogno intenso di vicinanza e rassicurazione per combattere la paura dell’abbandono.

L’ansia da separazione è un altro elemento cardine che identifica spesso la sindrome d’abbandono, connettendola agli stili di attaccamento. L’ansia da separazione infatti è quella intensa paura che i bambini possono provare quando vengono separati dalla figura principale di attaccamento. La paura dell’abbandono spesso crea le basi dell’ansia da separazione.  L’ansia da separazione inoltre influisce sulla formazione degli stili di attaccamento generando possibilmente una dipendenza o comportamenti eccessivi. 

Panoramica della relazione tra abbandono e attaccamento

La relazione tra abbandono e attaccamento è strettamente interconnessa. L’attaccamento si riferisce al legame emotivo che si forma tra un bambino e le sue figure di attaccamento primarie, solitamente i genitori o i caregiver principali. Questo legame influisce sul modo in cui il bambino percepisce e si relaziona con gli altri, nonché sulla sua capacità di regolare le emozioni e affrontare lo stress. Quando un bambino vive un abbandono, una separazione oppure percepisce mancanze d’attenzione l’attaccamento potrebbe essere inficiato.  

L’abbandono può manifestarsi in forme differenti come l’abbandono fisico oppure emotivo, si può manifestare come negligenza oppure sotto forma di mancanze emotive. I bambini che lo sperimentano possono sviluppare diversi stili di attaccamento insicuri come l’attaccamento ansioso o l’attaccamento evitante. 

L’esperienza dell’abbandono influenza inevitabilmente il modo in cui la persona interagisce nelle relazioni future portando a maggiore sensibilità, paura dell’intimità ed evitamento. 

 

 

Stili di attaccamento nei bambini

Gli stili di attaccamento si riferiscono ai modelli di comportamento e di risposta emotiva che si sviluppano a fronte delle relazioni principali durante l’infanzia e che tendono a persistere nell’età adulta condizionando la modalità futura di entrare in relazione. La teoria dell’attaccamento, nata grazie a John Bowlby e rielaborata poi da Mary Ainsworth, ha identificato quattro principali stili di attaccamento in particolare grazie alla Strange Situation. In questa procedura il bambino con la madre vengono introdotti in una stanza piena di giocattoli, in diversi momenti il bambino viene lasciato solo oppure in compagnia di un estraneo per poi essere ricongiunto con la madre. In questa procedura vengono osservati e analizzati i comportamenti del bambino al distacco e al riavvicinamento alla madre. 

Attaccamento sicuro

Si identifica l’attaccamento sicuro quando il bambino separato dalla mamma, nella Strange Situation, protesta velocemente per tutta la sua assenza, per poi tranquillizzarsi alla sua ricomparsa.  

L’attaccamento sicuro quindi si caratterizza per una relazione di fiducia, affetto e sicurezza tra il bambino e la figura di attaccamento. Si basa su una figura di riferimento stabile, affidabile e disponibile che è in grado di soddisfare i bisogni del bambino. La sensazione di sicurezza e stabilità vengono alimentate e generate dalla capacità della figura di riferimento di rispondere prontamente ai bisogni. 

La figura di riferimento, nell’attaccamento sicuro, rappresenta per il bambino una base solida e sicura attraverso la quale esplorare il mondo. Prima di ogni separazione infatti questa figura di riferimento consola e rassicura di un pronto ritorno, aspetto che contribuisce a mitigare l’ansia da separazione e alimentare il senso di sicurezza del bambino durante la separazione. 

I bambini che hanno sviluppato un attaccamento sicuro saranno adulti con maggiori risorse relazionali, esploreranno il mondo con maggiore serenità e fiducia nonché sicurezza. La capacità di regolare le proprie emozioni viene influenzata positivamente. 

Attaccamento evitante

Quando parliamo di attaccamento evitante ci riferiamo a quelle situazioni in cui il bambino reagisce con apparente indifferenza alla separazione dalla mamma durante la Strange Situation. Nel momento della riunione, questi bambini non solo mantengono la loro apparente indifferenza, ma tendono attivamente a evitare il contatto fisico. 

I bambini con un attaccamento evitante cercano l’indipendenza e l’autonomia, evitando spesso la vicinanza emozionale alle figure di attaccamento. Possono sembrare distanti e disinteressati evitando l’intimità e mostrando una tendenza a sopprimere o minimizzare le emozioni.  Il bambino impara quindi a reprimere i suoi bisogni emotivi e a cercare di essere autosufficiente, evitando la ricerca di conforto o supporto dalla figura di attaccamento. Sono spesso bambini che evitano il contatto fisico, giocano spesso soli apparendo disinteressati e distanti. 

I bambini che hanno vissuto un attaccamento evitante possono diventare adulti con una grossa difficoltà nel fidarsi degli altri e nel creare legami intimi, preferendo mantenere le distanze nelle relazioni. 

Attaccamento ambivalente/ansioso

L’attaccamento ambivalente lo riconosciamo in quelle circostanze in cui il bambino mostra un notevole disagio all’allontanamento dal genitore attraverso attacchi rabbiosi e di collera tuttavia non segue un momento di rilassamento quando il bambino si riavvicina al genitore. Nell’esperimento della strange situation infatti, quando il bambino si ricongiunge con il genitore, mostra un comportamento resistente o passivo. 

I bambini con un attaccamento ansioso-ambivalente sono iperattivi nella ricerca di vicinanza e sostegno dalle figure di attaccamento tuttavia spesso si sentono insicuri riguardo alla disponibilità delle figure stesse.   I bambini con attaccamento ambivalente/ansioso possono mostrare comportamenti contraddittori di attaccamento e distanza: da un lato cercano in modo intenso rassicurazione e supporto dall’altro ma mostrano resistenza e protesta quando la figura di riferimento si avvicina.  

I bambini con attaccamento ambivalente/ansioso possono sviluppare una dipendenza eccessiva dalla figura di attaccamento, richiedendo un costante bisogno di rassicurazione e conferma del loro valore. La paura dell’abbandono, tipica di questa forma di attaccamento, può portare a una costante ricerca di conferma dell’amore e dell’affetto, spingendo i bambini a cercare continuamente l’attenzione e l’affetto della figura di riferimento.

Gli adulti con questo stile di attaccamento possono essere emotivamente dipendenti e avere difficoltà a gestire l’ansia e le preoccupazioni nelle relazioni a fronte della poca fiducia nelle proprie abilità. 

Attaccamento disorganizzato/disorientato

I bambini che sviluppano questa forma di attaccamento durante l’esperimento della Strange Situation mostrano una notevole disorganizzazione del comportamento  sia nel momento della separazione che della riunione. 

Le risposte dei bambini, quando il genitore si avvicina, possono essere sia di ricerca di vicinanza sia passività ed evitamento. Spesso questi bimbi, al ritorno del genitore, mostrano comportamenti bizzarri, spavento, stereotipie; possono per esempio correre verso la parete coprendosi il volto contro di essa. 

Questo stile di attaccamento si differenzia dagli altri stili perché i bambini non sviluppano strategie organizzate e coerenti per gestire la relazione con la figura di riferimento. Al contrario, mostrano comportamenti contraddittori e disorientati, spesso manifestando momenti di avvicinamento e di allontanamento in modo confuso.

La sindrome da abbandono può aumentare la probabilità che i bambini manifestino comportamenti disorganizzati o disorientati nell’attaccamento. I bambini che hanno vissuto esperienze di abbandono o negligenza, possono sviluppare un attaccamento disorganizzato/disorientato come risultato della mancanza di un ambiente sicuro e stabile. 

Gli adulti con un attaccamento disorganizzato possono sperimentare difficoltà nella regolazione emotiva e nella gestione delle relazioni.

Sindrome dell’abbandono nei bambini 

La sindrome abbandonica, conosciuta anche come disturbo da privazione affettiva, si riferisce a una serie di sintomi e comportamenti che si possono osservare in piccoli che hanno subito una separazione traumatica o un abbandono dai loro genitori o da figure di attaccamento primarie. Così come possono aver vissuto situazioni di privazione affettiva, negligenza o periodi di separazione\divorzio dei genitori. 

Sintomi della sindrome da abbandono nei bambini

La sindrome d’abbandono ha una forte risonanza sulla gestione della vita quotidiana in particolare sulla competenza nel creare e mantenere rapporti e relazioni sane e durature. La sindrome dell’abbandono porta inevitabilmente con se delle manifestazioni sia psichiche che fisiche. 

Tra le manifestazioni fisiche riconosciamo: stanchezza, disturbi del sonno, disturbi gastrici, cefalee, disturbi dell’alimentazione, abbassamento delle difese immunitarie, disturbi della sfera neurovegetativa. 

Tra le manifestazioni psicologiche invece possiamo notare: 

Senso di vuoto, come se nulla avesse più un senso e una stabilità. 

Sensazione di non avere uno scopo quindi di essere incapaci 

Sensazione di angoscia e  “non essere più se stessi” 

Coloro i quali sperimentano la sindrome dell’abbandono avvertono la perdita di una parte di se stessi pertanto che da quel momento in avanti nulla abbia più senso. 

Le sensazioni di abulia sono estremamente frequenti poichè manca totalmente il desiderio di fare e portare a termine i propri compiti.  

Tra i sintomi psicologici conseguenti alla percezione del nido vuoto osserviamo: attacchi di panico, disturbo d’ansia, depressione così come attacchi di rabbia e di gelosia. 

Fattori di rischio per la sindrome da abbandono nei bambini

I fattori di rischio per la sindrome da abbandono nei bambini sono molteplici e possono contribuire al suo sviluppo. Alcuni dei fattori di rischio specifici includono innanzitutto l’instabilità famigliare come conflitti tra i genitori, separazione, separazione in casa, divorzio. Anche il cambiare frequentemente ambiente di residenza può concorrere alla formazione di queste emozioni.  Oltre l’instabilità familiare anche i traumi infantili possono creare una base insicura per l’attaccamento e compromettere la fiducia del bambino nelle relazioni.

Un elemento fondamentale affinché si possa creare un legame sicuro quindi un attaccamento sicuro è la presenza di una figura di attaccamento stabile, che garantisca il soddisfacimento dei bisogni fisici ed emotivi del bambino. La sua assenza compromette inevitabilmente l’attaccamento generando quindi sensazioni d’abbandono. Oltre a ciò anche una malattia fisica sopravvenuta, che genera l’assenza o l’allontanamento della figura di riferimento, oppure una malattia psichica possono concorrere alla creazione della paura dell’abbandono.  

Diagnosi della sindrome da abbandono nei bambini

La diagnosi della sindrome da abbandono nei bambini viene effettuata considerando i sintomi e i fattori di rischio associati. È importante sottolineare che la sindrome da abbandono non è ancora inserita come diagnosi ufficiale a sé stante nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5 – american psychiatric association), tuttavia è possibile effettuare una diagnosi sia clinica che del sistema in cui il bambino è inserito per identificare i sintomi e le i fattori di rischio che li generano e alimentano. 

La valutazione per la sindrome da abbandono coinvolge generalmente una combinazione di interviste cliniche, osservazioni del comportamento del bambino e delle interazioni con le figure di attaccamento, nonché la raccolta di informazioni dettagliate sulla storia del bambino, e delle figure principali di riferimento (genitori, nonni). Non esistono ad oggi test specifici attraverso i quali identificare la sindrome d’abbandono tuttavia il colloquio con i genitori, i nonni, e l’osservazione del bambino in contesti costruiti ad hoc (es. sedute di gioco) possono essere esaustivi. 

Cosa fare e come affrontare la sindrome d’abbandono nei bambini 

Innanzitutto un aspetto importante quando abbiamo a che fare con piccoli (e grandi) che provano emozioni inerenti alla paura di essere lasciati soli e abbandonati è creare un contesto sicuro e stabile. E’ fondamentale che il bambino avverta la presenza di una figura di riferimento accogliente che soddisfi i bisogni principali sia fisici che emotivi. 

E’ molto importante inoltre valutare di affidarsi all’aiuto di un professionista psicoterapeuta con il quale effettuare un percorso di approfondimento.  Innanzitutto è possibile effettuare dei colloqui di consultazione in cui poter lavorare con il bambino e con la famiglia per affrontare le emozioni che il piccolo prova, promuovere la guarigione emotiva e sviluppare strategie per affrontare l’ansia di separazione e altri sintomi associati. 

E’ altresì importante valutare di effettuare colloqui per approfondire cosa ha generato questo timore, quali elementi del contesto di vita del bambino (o dell’adulto) hanno generato e alimentato questo timore attraverso una presa in carico della coppia genitoriale o della famiglia. 

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