Come riconoscere il disturbo d’ansia da separazione negli adulti

Ansia da separazione negli adulti

Definizione del disturbo d’ansia da separazione

Negli ultimi 60 anni molti studi di psicologia hanno evidenziato l’esistenza di una forma di ansia da separazione specifica dell’adulto che può sopraggiungere a qualsiasi età e non sempre è il corrispettivo del disturbo d’ansia da separazione infantile. 

Segni e sintomi della condizione

Il disturbo d’ansia da separazione, nell’adulto come nel bambino, rappresenta una vera e propria angoscia abbandonica: il timore di essere lasciati soli e di perdere il luogo e la persona di riferimento portano il soggetto a mettere in atto comportamenti preventivi come un’eccessiva vicinanza al coniuge o al genitore. 

Dal periodo dell’adolescenza in poi alcune forme di ansia da separazione possono emergere come rifiuto scolastico, paura che possa succedere qualcosa ai genitori oppure una paura più generica in merito all’eventuale accadere di eventi che compromettono legami affettivi importanti. 

Insieme a questi sintomi, nell’ansia da separazione dell’adulto, riconosciamo anche manifestazioni tipiche del disturbo infantile come il non voler lasciare un luogo avvertito sicuro e rassicurante, così come il timore di dormire soli da cui problematiche riguardo il sonno. Un elemento importante che identifica l’ansia da separazione in adolescenza\prima età adulta è il non voler lasciare la figura principale d’attaccamento in un periodo, l’adolescenza, in cui tendenzialmente si verifica il comportamento opposto. 

Nell’adulto l’ansia da separazione si verifica con il tipico sintomo dell’aver timore di lasciare il proprio luogo sicuro, ciò che principalmente tuttavia la caratterizza è il pensiero anticipatorio. Ancor prima di essere lontani dal proprio luogo sicuro o dalle persone di riferimento l’adulto ha “paura della paura” anticipando l’emozione che poi vivrà. La paura persistente che possa accadere qualcosa di brutto alle figure principali d’attaccamento oppure che possa avvenire un evento che causi una repentina separazioni sono estremamente persistenti nell’adulto che prova ansia da separazione. Il timore per la propria e\o altrui incolumità è una caratteristica di questa condizione poiché rappresenta il timore dell’allontanamento. 

Nell’adulto spesso l’ansia da separazione si manifesta con un comportamento di dipendenza dal partner: uno dei due partner si annulla per soddisfare l’altro, che a sua volta tende a mettere distanza. Tendenzialmente l’ansia da separazione rende l’adulto quasi incapace di svolgere compiti quotidiani in autonomia investendo la coppia di responsabilità. 

Cause del disturbo d’ansia da separazione

In merito al disturbo d’ansia da separazione nell’adulto possiamo identificare una serie di fattori predisponenti tra cui alcuni genetici, psicologici ed ambientali. 

Fattori genetici, psicologici e ambientali

E’ verificato da recenti esperimenti la correlazione tra Disturbo da Stress Post Traumatico e Disturbo D’ansia Da Separazione nell’adulto poichè spesso eventi vissuti come traumatici possono condurre alla sperimentazione di questa tipologia di emozioni. Alcuni eventi come un lutto, un divorzio oppure una separazione, vissuti come traumatici, potrebbero generare una successiva fatica nell’affrontare situazioni di allontanamento e distanza, situazioni che prima dell’evento traumatico venivano affrontate con naturalezza. 

Un altro fattore predisponente all’ansia da separazione da adulto è l’aver vissuto ansia da separazione da piccoli. L’adulto che da bambino ha vissuto il timore di essere lasciato solo e abbandonato potrebbe aver sviluppato una forma di sfiducia nei confronti delle relazioni quindi aver inficiato la percezione di sicurezza nelle relazioni. La presenza di un disturbo d’ansia da separazione nell’infanzia, se non approfondito, potrebbe condurre pertanto ad una conseguente difficoltà nell’adulto. 

L’ansia da separazione nell’adulto si è visto, in recenti studi, avere una forma di correlazione con altri disturbi dello spettro fobico come il disturbo di panico, l’ansia generalizzata e la dipendenza affettiva. 

Da un punto di vista genetico e neurobiologico alcuni filoni di ricerca si sono focalizzati sulle correlazioni tra alcune proteine e l’ossitocina in particolar modo in merito al loro ruolo nell’influenzare funzioni cognitive e comportamentali legate  all’ansia. 

 

 

Diagnosi del disturbo d’ansia da separazione negli adulti

Sintomi fisici o comportamenti che potrebbero indicare un disturbo d’ansia

Il disturbo d’ansia da separazione nell’adulto può essere riconosciuto attraverso la manifestazione e l’osservazione di determinate reazioni comportamentali. 

Innanzitutto la preoccupazione per la separazione può manifestarsi con una paura, quasi ossessiva, in merito all’incolumità fisica e\o psicologica delle persone care. Questa paura può diventare un elemento che interferisce con il normale svolgimento delle attività quotidiane. 

La dipendenza da una persona di riferimento e la conseguente fatica nel passare del tempo soli, lontani da essa, come dormire soli è un elemento fondamentale per riconoscere l’ansia da separazione nell’adulto. Collegato a ciò spesso riscontriamo l’evitamento di tutte quelle situazioni che possono condurre all’allontanamento dalla figura di riferimento. 

Tra le manifestazioni fisiche invece riconosciamo sintomi tipici di altre forme d’ansia:         

  • Palpitazioni o aumento della frequenza cardiaca.

  • Sensazioni di soffocamento o difficoltà respiratorie.

  • Sensazione di svenimento o capogiri.

  • Tensione muscolare, tremori o sudorazione eccessiva.

  • Problemi gastrointestinali, come dolore addominale, nausea o diarrea

Utilizzo di una figura di riferimento per determinare la gravità dei sintomi

La figura di riferimento, sia per l’adulto che per il bambino, è di fondamentale importanza per approfondire la gravità e la profondità delle emozioni vissute e dei sintomi che la persona prova.  I professionisti della salute mentale possono intervistare i caregiver per ottenere una prospettiva esterna sui comportamenti, sulle reazioni e sulle difficoltà che il paziente sperimenta quando si separa dalla figura di riferimento. 

Oltretutto è possibile effettuare colloqui congiunti in cui è presente sia la figura di riferimento che la persona che sperimenta ansia da separazione affinché si possa condurre un colloquio che approfondisca l’intero sistema in cui i sintomi si inseriscono. 

Attraverso e grazie l’aiuto e il supporto della figura di riferimento si può inoltre incoraggiare il paziente a tenere un diario in cui egli annota emozioni, sensazioni, dubbi, sintomi. Grazie a questo diario si può annotare la durata, l’intensità e cosa li ha scatenati. Questo strumento diviene molto utile per valutare la profondità dei sintomi nonché la loro specificità.  

Diagnosi secondo il manuale DSM-5

Per esporre i criteri diagnostici di questo disturbo facciamo riferimento al manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5, APA 2013), è bene tuttavia ricordare che nel DSM-IV e nel DSM-IV-TR il disturbo d’ansia di separazione era incluso nei disturbi generalmente diagnosticati nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza (DSM-IV-TR, APA 2000). Nel DSM-5 il disturbo viene invece incluso nei disturbi d’ansia nonostante tuttora la diagnosi sia effettuata in particolar modo in età evolutiva. 

Di seguito i principali criteri: 

A. Paura o ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo che riguarda la separazione da coloro ai quali l’individuo è attaccato, come evidenziato da tre (o più) dei seguenti criteri:

  1. Ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento.

  2. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle figure di attaccamento, o alla possibilità che accada loro qualcosa di dannoso, come malattie, ferite, catastrofi o morte.

  3. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento (per es., perdersi, essere rapito, avere un incidente, ammalarsi).

  4. Persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per paura della separazione.

  5. Persistente ed eccessiva paura di, o riluttanza a, stare da soli o senza le principali figure di attaccamento a casa o in altri ambienti.

  6. Persistente riluttanza o rifiuto di dormire fuori casa o di andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di attaccamento.

  7. Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione.

  8. Ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito) quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento.

Nel Manuale Diagnostico viene inoltre sottolineato che i sintomi devono avere una durata di almeno 4 settimane nei bambini e 6 mesi negli adulti e devono inoltre compromettere il normale funzionamento quotidiano del soggetto. 

Opzioni di trattamento per il disturbo d’ansia da separazione negli adulti

Dopo aver approfondito come divenire consapevoli di questa difficoltà è importante prestare attenzione a come farvi fronte. Come spesso abbiamo sottolineato è bene valutare di effettuare un percorso di psicoterapia che preveda eventualmente anche la presenza del partner (qualora esso sia la figura di riferimento da cui è difficile prendere le distanze).

Naturalmente è possibile valutare di effettuare percorsi individuali, i quali, indipendentemente dalla specializzazione dello psicoterapeuta, avranno come obiettivo favorire un processo di acquisizione di autonomia ovvero favorire il processo di consapevolizzazione e percezione di individualità. Per affrontare queste emozioni è importante condurre la persona alla percezione che è utile osservare la figura di riferimento con una certa distanza, senza investirla di eccessive aspettative in merito alla soddisfazione dei bisogni.  

tuttavia gestire le emozioni conseguenti ad una separazione non è mai facile e banale infatti, in piccole forme, ognuno di noi ha vissuto emozioni simili all’ansia da separazione qui spiegata. 

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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