Attacchi di panico notturni

Attacchi di panico notturni

Gli attacchi di panico notturni sono stati di malessere che colpiscono nelle ore notturne e sono caratterizzati da sintomi sia di carattere fisico che mentale. La paura e l’ansia sono le sensazioni predominanti che si accompagnano a stati di malessere fisico più o meno gravi, a seconda dell’intensità degli attacchi e dell’emotività delle persone colpite. Ansia e paura spesso rendono l’esperienza degli attacchi di panico difficile da gestire e ne prolungano gli effetti. 

Vediamo insieme di cosa si tratta e come tentare di affrontare nel modo più efficace questo fastidioso problema. 

Cosa sono gli attacchi di panico

L’attacco di panico è una patologia che colpisce molte più persone di quanto immaginiamo. Si tratta di un problema le cui cause scatenanti possono essere molteplici, come ad esempio particolari situazioni, o periodi, di stress, imminenti scelte, cambiamenti importanti o, ancora,  allontanamenti dai luoghi sicuri.

Sono caratterizzati da improvvisi stati d’ansia ad altre manifestazioni di tipo psicosomatico come mancanza d’aria, dolori al petto, difficoltà respiratorie, confusione, formicolii alla testa, vertigini, palpitazioni, tachicardia, nausea, dolori all’addome e alla schiena, sudorazione fredda, sensazione di soffocamento, difficoltà respiratorie, brividi di freddo improvvisi o vampate di calore. 

Tipicamente l’insorgenza degli attacchi di panico è improvvisa e imprevedibile; si tratta certamente di una patologia invalidante poiché, a seconda dell’intensità e della frequenza degli attacchi, la persona che ne soffre può incontrare difficoltà anche notevoli a svolgere le normali attività quotidiane. 

Gli attacchi di panico nel cuore della notte

Si tratta di attacchi di panico che sorprendono nel sonno e costituiscono un’esperienza particolarmente negativa poiché gli effetti dell’ansia vengono certamente amplificati dal buio notturno e dall’essere svegliati improvvisamente in preda ad uno stato di malessere che non si riesce a controllare. Una delle caratteristiche condizionanti degli attacchi di panico notturni è quella di essere terrorizzati dai sintomi, specialmente quando si avvertono mancanza d’aria e crisi respiratorie o dolori al petto, che possono essere confusi con problemi cardiaci. Chiaramente svegliarsi nel bel mezzo della notte ed avvertire sintomi come quelli descritti contribuisce ad aumentare lo stato d’ansia fino a che la situazione diventa difficilmente gestibile generando angoscia e disperazione. 

Gli attacchi di panico, in particolare quelli che colpiscono di notte, sono responsabili di un notevole peggioramento della qualità di vita. Si tratta quindi di un problema che deve essere affrontato e risolto nel breve termine, poiché i sintomi correlati aumentano lo stress psicofisico e alla lunga possono influenzare negativamente la vita e la salute di chi ne è affetto. 

Un problema più comune di quanto sembri

Le persone vittima degli attacchi di panico si trovano a dover gestire questi malesseri improvvisi senza che ci sia un apparente motivo che li giustifichi. La situazione si fa ancora più preoccupante quando magari si fa un check up e non ci sono valori risultanti dagli esami diagnostici che diano adito a sospetti di patologie in corso. È qui che si insinuano i dubbi e le insicurezze che non fanno altro che alimentare ancora di più ansia e stress e con queste la frequenza e la violenza delle crisi. 

Le persone che soffrono di questi problemi spesso pensano di essere alle prese con qualche grave malattia, tuttavia stiamo parlando di disturbi che sono trattabili rivolgendosi a uno psicoterapeuta. L’incidenza degli attacchi di panico nella popolazione italiana oscilla tra il 10% e il 35%. Questa percentuale comprende anche gli attacchi episodici. La percentuale si attesta all’incirca al 15%-20% per gli attacchi di panico ricorrenti. Si tratta di una percentuale non trascurabile e prendendo in esame gli attacchi di panico notturni la percentuale oscilla tra il 50%-70% dei casi totali. Sono cifre che mostrano un fenomeno più diffuso di quanto comunemente si creda. 

Le sensazioni e le emozioni che provocano gli attacchi di panico notturni

I sintomi che colpiscono in piena notte sono difficili da gestire e portano ad alimentare la paura di morire o di essere gravemente malati, fino a sfociare nella sensazione di impazzire quando i livelli d’ansia sono talmente alti da generare un effetto domino, in cui sintomi e ansia si rincorrono e si alimentano senza soluzione di continuità. 

La sensazione di impotenza e di terrore che si arriva a percepire nei momenti peggiori di crisi è difficilmente descrivibile. La mancanza d’aria, la tachicardia in piena notte, le fitte al petto, i formicolii alla testa sono tutti sintomi che si tende ad associare chissà a quali misteriose malattie. Diventa così impossibile riuscire a lasciarsi andare al sonno, temendo il sopraggiungere di incubi e di ulteriori malesseri e diventa davvero complicato gestire l’emotività e la paura in piena notte. 

Le cause e le conseguenze

Chiaramente l’ansia è un campanello d’allarme che non va mai sottovalutato e bisogna ascoltare i messaggi del proprio corpo per evitare problemi di salute che possono essere poi difficili da gestire. 

Lo stress e i fattori ambientali vanno gestiti con una sana condotta di vita, tuttavia una volta che i sintomi degli attacchi di panico si manifestano e diventano frequenti è già troppo tardi per il fai da te. Il problema è legato a conflitti irrisolti con cui consapevolmente o meno facciamo i conti. Che si tratti di problematiche legate al lavoro, di sovraccarichi emozionali di carattere sentimentale, piuttosto che di tensioni famigliari, di eccessivi carichi dovuti ai troppi impegni, di ritmi di vita al di là delle proprie possibilità, l’attacco di panico non è niente altro che un segnale che la nostra psiche e il nostro corpo ci mandano per avvisarci che si è superato il limite

Bisogna quindi essere capaci di guardarsi dentro ed accettare che la nostra mente e il nostro corpo ci avvisano che è arrivato il momento di prenderci cura di noi stessi. 

Patologie che possono essere confuse con i sintomi da attacco di panico

Vi sono delle sintomatologie che possono essere confuse con quelle tipiche degli attacchi di panico. 

Tra queste i problemi gastrici, su tutti il reflusso gastrico, che può provocare bruciori al petto che può far pensare a problemi cardiaci, o la labirintite o i problemi di cervicale che possono dare vertigini, sensazioni di perdita di equilibrio e generare formicolii alla testa e alle braccia, o problemi digestivi con la produzione eccessiva di gas, piuttosto che disturbi legati al diabete o a neoplasie che possono a loro volta favorire l’insorgenza di ansia. 

Questi sono dei semplici esempi ma la lista dei possibili malanni è piuttosto lunga. 

Cosa sarebbe meglio fare

Spesso, nonostante si cerchi di cambiare lo stile di vita, di rallentare i ritmi, di condurre una vita più sana, gli attacchi di panico si ripresentano inesorabili, segno che i disagi che li scatenano non sono risolti. 

L’autodeterminazione a risolvere il problema è il primo passo verso la guarigione. Spesso le persone che si trovano ad affrontare degli attacchi di panico ricorrenti riescono ad intuire il problema o l’insieme di problemi che ne sono la causa, ma non hanno la forza e la necessaria lucidità per individuare la soluzione. 

La ricerca di un professionista è l’unica risposta sensata, essendo gli attacchi di panico fortemente correlati a disordini e a conflitti non risolti della sfera emotiva e psicologica di chi ne soffre. 

Nella maggior parte dei casi la terapia psicologica è risolutiva nel breve e medio periodo, riuscendo a dare sollievo a coloro che ne soffrono, fornendo il supporto psicologico per operare quei cambiamenti che sono necessari per raggiungere il benessere.

Il consulto con uno psicologo è quindi un passo fondamentale per la valutazione e la corretta diagnosi dei problemi correlati agli attacchi di panico. 

Cosa sarebbe meglio non fare

Cercare di risolvere il problema degli attacchi di panico per la via più breve, perpetrando i comportamenti che probabilmente hanno prodotto il disagio. Tentare di risolvere tutto da soli, spesso equivale a nascondere il problema a sé stessi.

Dr. Matteo Radavelli: Ciao, sono il Dr. Matteo Radavelli, Psicologo e Psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale. Mi sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia presso l'Università degli studi di Milano Bicocca e specializzato in psicoterapia allo European Institute of Systemic-relational Therapies (E.I.S.T.). Ho lavorato per il Cassel Hospital di Richmond (Londra) e per l'Ospedale Maggiore Sant'Anna di Como come consulente psicologo, per il quale ho gestito il servizio "Stai Bene col Tuo Lavoro", rivolto ad imprenditori e dipendenti che hanno sviluppato una difficoltà psicologica connessa a problemi lavorativi ed economici. Attualmente dirigo e supervisiono 6 centri di psicologia e psicoterapia: Arcore, Monza, Seregno e Agrate Brianza (provincia di Monza e Brianza), Como e Merate (provincia di Lecco). Nel mio lavoro mi rivolgo ad individui, coppie e famiglie che attraversano un momento di difficoltà, partendo dal presupposto che il disagio non va considerato come esclusivamente interno all'individuo, ma come parte del sistema di relazioni in cui vive. Questa modalità consente di evidenziare i vincoli che mantengono la difficoltà e favorisce la loro rinegoziazione e superamento. Il metodo da me utilizzato è particolarmente utile in situazioni di ansia, problemi relazionali e problemi sessuali. Insieme dedicheremo i primissimi incontri ad approfondire il problema, costruendo la strada verso il cambiamento desiderato.
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